A Padova, un uomo di 33 anni, impiegato presso l’Università, ha avviato un procedimento penale dopo aver scoperto che le sue foto e i suoi dati personali venivano utilizzati su Grindr per organizzare incontri a luci rosse.
“Sex” il nome del profilo falso, in cui si è casualmente imbattuto il 15 settembre dello scorso anno un amico dell’uomo a cui è stata rubata l’identità. L’uomo vedendo il suo conoscente nelle foto si è finto interessato ad un incontro, riuscendo ad ottenere numerose informazioni, tra le quali anche il numero di telefono. Solo cosi il trentatreenne padovano, attraverso un’app istallata sul telefono, è riuscito, partendo dal numero, a risalire a tutti i profili social dell’uomo.
Ad oggi, a seguito delle tre denunce presentate, sono partite le indagini degli inquirenti, coordinate dal sostituto procuratore Giorgio Falcone, che hanno permesso di iscrivere nel registro degli indagati un uomo quarantaduenne padovano, cui è rivolta l’accusa di sostituzione di persona. Infatti, in base ai riscontri, nelle diverse chat intrattenute dall’uomo, non solo sono state utilizzate le foto del professionista trentatreenne, ma anche altri dati sensibili, come nome e occupazione, con tutta probabilità desunti dal suo profilo Facebook.
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