Il M5s al PD: «Scriviamo insieme una legge contro l’omotransfobia»

Al via la discussione in Commissione Giustizia alla Camera: ecco il possibile scenario

Pronti, partenza, via! Come richiesto dall’onorevole Alessandro Zan, primo firmatario della proposta di legge del Partito Democratico contro l’omotransfobia, è stata calendarizzata per stamattina alla Camera dei deputati la discussione per equiparare – sotto il profilo sanzionatorio – le discriminazioni razziali, etniche e religiose a quelle basate sull’orientamento sessuale.

Come si comporterà il MoVimento 5 stelle? Nell’altro ramo del Parlamento, al Senato, esiste un’analoga proposta per il contrasto dell’omotransfobia a prima firma della senatrice 5 Stelle Alessandra Maiorino. Anzi, il testo dei grillini, se approvato, prevederebbe anche l’istituzione del 17 maggio quale «Giornata nazionale contro l’omotransfobia», il monitoraggio ISTAT sulle discriminazioni e sulla violenza in ragione dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere e il Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità sarebbe incrementato di 4 milioni di euro annui, al fine di creare sul territorio nazionale centri antiviolenza per le vittime dei reati fondati sull’omotransfobia.



Lo scenario parlamentare

Ma come coniugare le proposte di bandiera depositate nelle due Camere? La senatrice Maiorino – intervistata da NEG alla vigilia della discussione – tende la mano agli alleati: «La mia proposta è stata depositata anche alla Camera dal collega Pierantoni e questa mattinata i colleghi a 5 stelle chiederanno l’abbinamento con il DDL Zan: M5s e PD hanno i numeri per dare a questo Paese un efficace strumento di contrasto all’omofobia!».

Non è poi un mistero che parlamentari come Mara Carfagna, da sempre su posizioni LGBT+ friendly, abbiano ormai aperto anche dentro il centrodestra fronti diversi da quelli clerico-fascisti sostenuti dalle forze sovraniste. «L’Italia è tra i pochissimi Stati europei a non avere una disciplina in materia all’interno del suo ordinamento – prosegue la Maiorino – è una questione di civiltà che non dovrebbe trovare alcun freno ideologico».



La senatrice assicura che incontrerà a breve la Ministra Bonetti con la quale è già stata avviata un’interlocuzione per verificare la copertura del finanziamento per le case rifugio che l’ex sottosegretario Spadafora era riuscito a garantire alla proposta quando aveva la delega alle Pari Opportunità nel primo Governo Conte. «Ci tengo a ringraziare – conclude la senatrice – il Gay Center e l’Arcigay di Roma, senza i quali la proposta non sarebbe stata così ricca di contenuti. In particolare, desidero che a Franco Grillini venga riconosciuto il merito dell’art. 7 che concepisce un reale monitoraggio delle drammatica situazione delle aggressioni omotransfobiche nel Paese». Malgrado la TV nelle sue cronache quotidiane non evidenzi adeguatamente la situazione, esiste ancora qualche puntuale inchiesta giornalistica in grado di mantenere l’attenzione sugli allarmanti dati italiani.

Intesa giallo-ros(s)a

La discussione partirà inevitabilmente dalla Camera poiché, fino a quando non verranno rinnovate le presidenze delle Commissioni, al vertice della Commissione Giustizia di Palazzo Madama si trova un leghista che ben si guarda dal calendarizzarne la discussione. Poco importa: primo round a Montecitorio! Come evidente e a più riprese già espresso, queste proposte tracciano una nuova direzione espressa dalla neonata maggioranza parlamentare giallo-rossa che esprime un governo nel quale ritornano in agenda i diritti civili, un esecutivo distante dall’oscurantismo medioevale dei diritti che la Lega aveva deciso di assecondare a livello istituzionale. Se le unioni civili sono state il cavallo di battaglia della comunità LGBT+ durante la scorsa legislatura, oggi è la volta di una seria legge contro l’omotransfobia.

 

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