Quando si pensa che al peggio non ci sia mai fine, ecco che riusciamo a stupirci dell’ennesima storia di omofobia che emerge alle cronache del Paese.
Pesaro, sono le 3 del mattino di Domenica 13 Ottobre. Un ragazzo, con pantalone nero e camicia leopardata, si trova a fumare sulla scalinata della discoteca “Colosseo”. Ha 20 anni, studente universitario di Urbino, ed è lì per una serata con un gruppo di amiche quando ad un certo punto un ragazzo si avvicina, mettendogli le mani al collo, intimandolo e minacciandolo: «Brutto fr*cio, tu non devi stare qui… vattene!».
Il ragazzo è spaventato e le amiche fanno di tutto per allontanare l’aggressore il quale, non solo non si allontana, ma viene spalleggiato da altri conterranei e ragazze e, una di loro, blocca lo stesso ragazzo, perché additato di essere omosessuale. In questi attimi di pericolo, la vittima dell’aggressione riesce a scappare verso il parcheggio e ad infilarsi all’interno della macchina di una delle sue amiche.
Ma il branco non si arrende e lo circonda di nuovo. Riescono ad aprire la porta della macchina per poi minacciarlo di morte con un coltello dicendogli di andare via «altrimenti sarà peggio per te e i tuoi amici». Dopo questa frase gli aggressori si allontanano e, mentre cerca di raggiungere le sue amiche, il ragazzo si sente mancare e sviene sull’asfalto del parcheggio.
Vengono avvertiti i carabinieri, qualcuno chiama il 118 (che riuscirà a portarlo in ospedale, mentre gli aggressori tentano di prendere a pugni l’ambulanza) e il ragazzo viene fatto rivenire, ma trema per la paura e ha il terrore negli occhi.
Ora le indagini sono passate in mano ai carabinieri i quali hanno il compito di identificare i giovani aggressori e dare loro un nome. Ma questa è la società in cui ci troviamo a vivere al momento: a prescindere dalla realtà sessuale del ragazzo, ora si riesce a identificare l’orientamento di una persona in base al vestiario. Questo è il motivo per non smettere di lottare. Questo è il motivo per cui continuiamo a fare informazione, affinché questi orrori non continuino a ripetersi. Per arrivare a ricordare tutto ciò come un grande ed enorme incubo, oramai lontano dalla realtà di tutti i giorni.
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Tira una brutta aria, a furia di parlare di ideologia gender e di altre bufale, finisce che le persone ci credono e, già non ce la passavamo bene, ora le cose vanno peggio perchè le persone sono istigate e giustificate nell’uso della violenza.