Case rifugio LGBT+, prima tappa: Milano

Inizia da Milano il nostro percorso attraverso le Case arcobaleno d’Italia, veri e propri appartamenti che rappresentano una scialuppa di salvataggio per chi ha deciso di manifestare pubblicamente il proprio orientamento sessuale, ma ha dovuto affrontare il rifiuto della propria famiglia. Situazioni che spesso, dall’oggi al domani, creano distanze incolmabili nel tempo, destinate a separare legami e generare un vuoto affettivo senza pari.

Da quest’estate a Milano esiste in zona San Siro una casa che garantisce una primissima e immediata accoglienza per chi è stata sbattuto fuori di casa o è dovuto fuggire da un malessere insostenibile. Casa Arcobaleno – operativa dal 2 luglio scorso – è l’appartamento dedicato all’accoglienza di ragazzi discriminati dalle loro famiglie di origine per il loro orientamento sessuale o per il percorso di transizione avviato. Un ambiente protetto, per tutti coloro che dopo il coming out si ritrovano senza un tetto. La permanenza nella struttura può protrarsi fino a 6-8 mesi, con una possibile successiva convivenza in appartamenti di housing sociale.

Tra i tanti che hanno voluto fortemente la realizzazione di questa struttura c’è in prima linea Giovanni Raulli, Direttore dell’Area Residenzialità, Housing, Emergenze Sociali della Cooperativa Spazio Aperto Servizi Società Cooperativa Sociale ONLUS che, fra i diversi progetti, gestisce proprio questo.

La Casa ha già ricevuto una decina di richieste di accoglienza, ma ad oggi è stato possibile accogliere una sola persona. La residenza arcobaleno milanese in questo momento è un appartamento formato da un soggiorno con cucina a vista, un bagno e una stanza da tre posti. Prossimamente la casa sarà trasferita in nuovi spazi che in questo momento sono in corso di ristrutturazione. Oltre a Casa Arcobaleno, sono sempre della cooperativa gli alloggi dove le persone uscite dalla casa rifugio possono accedere sottoscrivendo un contratto di locazione a canone agevolato.

Lo staff è costituito solo da personale professionale, ovvero educatori, psicologi e la coordinatrice del servizio. La cooperativa crede che la presenza di operatori omosessuali sia importante per accogliere e comprendere alcuni percorsi di vita e per permettere alle persone accolte di trovare con facilità un interlocutore credibile, però, ritiene importante che tra gli operatori ci siamo anche persone eterosessuali per non creare un ambiente diverso da quello che esiste al di fuori.

Il servizio è sostenuto da una parte di finanziamento pubblico, infatti il Comune di Milano copre i costi di due posti letto e ha dimostrato grande vicinanza attraverso l’ex assessore Majorino, attualmente eurodeputato friendly del Partito Democratico. Una parte dei fondi necessari è la stessa cooperativa a ricercarli attraverso raccolte fondi.

Le persone che si sono rivolte alla Casa sono davvero giovani, età media 24 anni, non solo italiane. Durante la temporanea situazione di difficoltà, vengono esperiti – laddove possibile – tentativi per ripristinare rapporti umani con la famiglia, il cui deterioramento è la causa della richiesta di sostegno. Questo per la cooperativa è un punto di grande attenzione già durante i colloqui di conoscenza, laddove viene sempre chiesto alle persone se desiderano riallacciare i rapporti con la famiglia e finora tutti hanno risposto positivamente.

Tra le attività finalizzate al supporto allo studio o al lavoro che Casa Arcobaleno è riuscita a realizzare in così poco tempo c’è una formazione professionale utile all’accesso al mondo del lavoro poiché l’indipendenza economica è la base fondamentale per la vita autonoma.

L’esperienza di Casa Arcobaleno è freschissima, ma si è già sviluppata una rete con altre associazioni, tra le quali Diversity, Agedo Milano, Ala Milano Onlus e Arcigay Milano: tutti uniti per accogliere contro chi vuole respingere!

 

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