Rapporto Ue: l’Italia è tra i Paesi che discriminano di più le persone LGBTI e Rom

I dati che emergono dall’ultimo documento reso pubblico ieri dalla Commissione Europea parla chiaro: in Italia le minoranze etniche e sessuali non se la passano affatto bene. Il quadro che emerge è quello di un Paese in cui la discriminazione verso le persone LGBTI e Rom è sopra la media europea e non sembra arrestarsi, ma anzi per certi aspetti sono stati fatti dei passi indietro.

Diritti delle persone omosessuali e bisessuali

Secondo il 27% degli italiani, le persone omosessuali e bisessuali non meritano gli stessi diritti del resto della popolazione, mentre è a favore soltanto il 68% contro una media europea del 76%, il 98% della Svezia e il 97% dei Paesi Bassi.

Quando viene chiesto se si è d’accordo che non ci sia niente di male in una coppia formata da due persone dello stesso genere, allora la situazione peggiora, con la percentuale italiana che scende al 59%, ben 13 punti percentuali al di sotto della media europea e 26 in meno rispetto ai vicini francesi, per non parlare del divario di 30 punti con i “cugini” spagnoli. Dati scoraggianti se si pensa che sono in calo rispetto alla stessa indagine condotta 4 anni fa.

La situazione è del tutto analoga riguardo all’essere favorevoli al matrimonio gay, anche se in questo caso l’introduzione della legge Cirinnà ha portato a un aumento del 3% di favorevoli.

Per quanto riguarda le dimostrazioni in pubblico, soltanto il 55% degli italiani è a proprio agio davanti a due uomini che si scambiano un gesto d’affetto, percentuale che sale al 59% se si tratta di due donne e che schizza magicamente all’86% nel caso di una coppia eterosessuale. Il 33% degli italiani non accetterebbe la relazione omosessuale di un proprio figlio e il 19% non sarebbe a proprio agio persino davanti a un collega gay, lesbica o bisex.

Diritti delle persone transgender

Solo il 43% degli italiani pensa che sia giusto consentire il cambio del genere (rispetto alla propria identità anziché il sesso biologico) sui documenti delle persone transgender. Anche qui siamo sotto la media europea e veniamo doppiati da altri Paesi dell’Europa meridionale come la Spagna e Malta.

In Italia il 25% delle persone non sarebbe a proprio agio davanti a un* collega trans, contro il 3% della Spagna e dei Paesi Bassi, il 4% della Svezia e il 5% del Regno Unito.

Diritti delle persone intersessuali

Non parlate agli italiani di introdurre legalmente il terzo genere: è d’accordo solo poco più di un terzo della popolazione, anche se ci sono molti indecisi (il 14%) a causa della mancanza di informazione e di un dibattito pubblico a riguardo nel nostro Paese. Una lacuna che però gli italiani sembrano non voler colmare, siamo sestultimi in Europa tra coloro che vorrebbero che a scuola si educhi rispetto all’intersessualità, così come alla transessualità.

In Italia il 22% delle persone non sarebbe a proprio agio davanti a un* collega trans, una percentuale imbarazzante se confrontata con il 2% dei Paesi Bassi, il 3% della Svezia e il 4% di Malta e Regno Unito.

Omotransfobia e consapevolezza

Se da una parte l’Italia si trovi nella “lista dei cattivi” in tutti i quesiti, dall’altra parte è uno dei Paesi consapevoli, i più autocritici in Europa per quanto riguarda la discriminazione delle persone transgender e intersessuali, e quarti per le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale. Un dato apprezzabile poiché in altri Paesi con le stesse o maggiori problematiche (come la Bulgaria o l’Estonia) manca anche una presa di coscienza.

Discriminazione nei confronti dei Rom

Ancor maggiore è la discriminazione nei confronti dei Rom. Basti pensare che alla domanda: “Saresti a tuo agio con una persone Rom alla guida del tuo Paese?”, solo il 29% degli italiani hanno risposto in modo positivo, terzultimi in Europa insieme all’Estonia e dietro davanti solo alla Bulgaria e alla Lituania. Alla stessa domanda, hanno risposto di sì il 76% degli olandesi, il 72% degli spagnoli e il 72% dei britannici. L’Italia è la più razzista in Europa rispetto ai Rom sul posto di lavoro, dove solo il 38% è a proprio agio, contro l’89% dei Paesi Bassi. Gli italiani, che non gradiscono vedere i Rom per le strade, non vorrebbero nemmeno vederli lavorare.

 

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