No, l’asessualità non è affatto un disturbo mentale

Nel coloratissimo ombrello degli orientamenti sessuali troviamo l’asessualità, che consiste a grandi linee nella mancanza di interesse verso il sesso. Di sfumature all’interno del mondo asessuale (si stima che le persone asessuali siano tra l’1% e il 5% della popolazione mondiale) ne esistono tante e ad alcune potrebbe star stretta la nostra sintetica definizione, ma quello che la psicologia ci dice è che non si tratta di una patologia (a differenza dell’iposessualità), né di una scelta (come può esserlo la castità). L’asessualità compare anche nella letteratura legale, dov’è stata introdotta dalla professoressa Elisabeth F. Emens della Columbia University al fine di proteggere le persone con questo orientamento sessuale dalle discriminazioni.

In un recente articolo (che potete leggere qui) a firma di un personaggio noto all’interno della comunità LGBT+ (e non solo), Francesco Mangiacapra, si parla proprio di asessualità, probabilmente l’orientamento sessuale che ha meno visibilità. Se state pensando «oh, finalmente!» arriva una nota dolente: l’autore definisce gli asessuali come persone affette da «disturbi sessuali o disfunzioni ormonali», facendo una gran confusione con l’iposessualità.

A supporto di questa “tesi”, il blogger porta la “logica” (vale a dire la sua) e nessuna fonte; anzi, cerca di delegittimare il lavoro della comunità scientifica che si occupa di studiare la sessualità. Come? Parlando di una fantomatica lobby LGBT che avrebbe inventato delle evidenze scientifiche ad hoc. Peccato che queste siano pubblicate su riviste internazionali con peer review e non sul blog di chi nella vita ha studiato tutt’altro.

Il blogger si spinge addirittura a paragonare l’asessualità con la pedofilia. «In realtà, volendo fare un paragone forzato – scrive Mangiacapra – la “ASESSUALITÀ” andrebbe più propriamente paragonata alla pedofilia, in quanto entrambi i disturbi sono deviazioni sessuali lesive. Se la pedofilia lede, purtroppo, terze persone abusate, la “ASESSUALITÀ” è comunque lesiva degli equilibri personali del soggetto che ne è affetto e dell’eventuale partner».

Mangiacapra suggerisce inoltre una “terapia”: «Per questi soggetti, che di base non nascono bacati ma lo diventano per condizionamento sociale, probabilmente uno stupro riparatore potrebbe essere l’evento traumatico che consentirebbe una effettiva presa di coscienza circa le pulsioni sessuali». Delle parole di una gravità inaudita.

La pagina Facebook del blogger è stata presto bersagliata da decine di persone asessuali e non, indignate da quanto letto una volta che l’articolo afobico si è diffuso sui social. Come risposta l’autore ha definito “zitelle” le contestatrici. Da alcune pagine Facebook sono stati pubblicati inoltre degli screenshot di discussioni private – che non vi faremo vedere per rispetto della privacy – in cui Mangiacapra rincara esageratamente la dose di insulti nei confronti di chi l’ha contestato.

La nostra solidarietà va alle persone asessuali, ancora una volta discriminate all’interno della stessa comunità. Ci auguriamo che questa vicenda possa aver dato loro un po’ di visibilità e creato uno spunto per una migliore informazione.

 

Foto copertina: Tom Morris – Opera propria, CC BY-SA 3.0

Leggi anche: Pansessualità: 4 storie per conoscere meglio questo orientamento sessuale

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