Salvini attacca le famiglie LGBT nel discorso sulla crisi di Governo

È stato sottono e oltre i limiti del decoro il discorso di Matteo Salvini in risposta a quello del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte sulla crisi di Governo, in cui ha attaccato il vicepremier per la mancanza di responabilità e cultura politica, mentre quest’ultimo baciava furtivamente il crocifisso.

In un’accozzaglia di slogan, sentiti e risentiti negli ultimi mesi dal leader della Lega, hanno trovato posto lo sciacallaggio dell’inchiesta di Bibbiano contro il Partito Democratico e un attacco alle famiglie arcobaleno, affermando di sognare che nel 2050 i figli abbiano «una mamma e un papà». Il tutto condito da riferimenti religiosi, nonostante il principio di laicità dello Stato e il precedente rimprovero di Conte. Dopo aver invocato per l’ennesima volta il «cuore immacolato della vergine Maria», Matteo Salvini ha chiuso il discorso con una citazione di Giovanni Paolo II, tra i fischi e le contestazione in Senato dagli altri gruppi parlamentari.

Nel discorso che ha aperto la seduta, Giuseppe Conte ha fatto sapere che consegnerà le proprie dimissioni a Mattarella. Rimane da capire se il M5S e il PD giungeranno a un accordo per portare avanti la legislatura oppure se si tornerà a elezioni in autunno, con il pericolo – alla luce degli ultimi sondaggi – di un governo formato da Lega e Fratelli d’Italia, uno scenario assolutamente da scongiurare per i diritti LGBT, quelli delle donne e quelli umani in generale.

 

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