Pagare per fare sesso: 5 ragazzi gay ci raccontano perché lo hanno fatto | QweerTea

Viene definito il mestiere più antico del mondo ed è probabilmente l’unico che non ha mai conosciuto crisi nel corso del tempo. Fare sesso a pagamento o in cambio di benefici è un fenomeno costante all’interno di ogni società, un fenomeno in continua evoluzione al passo coi tempi e le nuove necessità.

Sentiamo spesso una delle due campane, ovvero quella dei sex-worker, detti più elegantemente escort, talvolta occasionali e altre volte dei veri professionisti del sesso a pagamento. Il mondo della prostituzione, così come quello della pornografia, intrigano molto e suscitano grande interesse, con escort che vantano fatturati da capogiro, scrivono libri e diventano dei veri VIP.

Più raramente a parlare sono coloro che offrono soldi per dei momenti di piacere, un po’ per la paura del giudizio delle persone e un po’ perché il ruolo di colui che paga appare meno affascinante. Abbiamo voluto dunque ascoltare l’altra campana e chiedere ad alcuni nostri lettori, che hanno deciso di confidarsi con noi, cosa li ha portati – o li porta tutt’ora – a pagare per del sesso.

Ecco le loro cinque storie, in cui li chiameremo con dei nomi di fantasia.

Autostima cercasi

La prima storia è quella che maggiormente rispecchia l’immaginario collettivo. Alessandro è un ragazzo che si definisce poco piacente, complice qualche chilo di troppo, e che non riesce a trovare un ragazzo che gli piaccia fisicamente e che contraccambi l’attrazione fisica.

«Purtroppo è accaduto quando mi sono sentito solo – racconta Alessandro – Nelle chat trovavo solo offese». Dopo una prima esperienza, finita tra i sensi di colpa, Alessandro racconta di esserci “ricaduto”: «È stato peggio della prima: squallido, freddo, vuoto. Mi sono sentito sporco».

«Non giudico chi paga o si fa pagare – spiega Alessandro che ironizza – dico solo che non è roba per me, morirò solo, grasso e gattara!».

When you try black, maybe go back

Bruno ci racconta di aver deciso di pagare per togliersi una fantasia sessuale, quella del BBC. «Ho pagato tre volte ed erano tutte e tre le volte ragazzi di colore» ci confida, spiegandoci che in chat di ragazzi neri se ne trovano parecchi, motivo alla base di un pregiudizio di cui abbiamo parlato tempo fa in un articolo.

Anche per Bruno, il sesso a pagamento non è stato del tutto soddisfacente. «Non è coinvolgente, non credo che ripeterò l’esperienza – afferma Bruno – E poi ho avuto rapporti sessuali più interessanti con ragazzi bianchi, quindi è un mito da sfatare.»

Gay-for-Pay

Oltre alla fantasia dei ragazzi neri, ce n’è un’altra che spinge a pagare per togliersi qualche sfizio sessuale. Claudio ci racconta come il denaro possa convincere dei ragazzi eterosessuali, magari anche fidanzati, a ricevere del sesso orale da parte di un ragazzo gay.

«La prima volta fu con un ragazzo conosciuto su Badoo – racconta Claudio – che mi propose questa cosa per 50€ e accettai». Dopo di che il nostro intervistato ci spiega di essere passato all’attacco: «È successo poi due altre volte con dei ragazzi etero che conoscevo di vista, con cui per mesi ho scambiato dei messaggi e delle telefonate finché non c’è stata fiducia reciproca». Il prezzo queste volte è stato ben più caro, vale a dire 300€ e 500€.

Questa situazione può essere in qualche modo soddisfacente anche per un uomo eterosessuale, secondo Claudio: «Loro erano eccitati che un ragazzo gay li pagasse per donare loro piacere con del sesso orale, in fondo per loro io ero solo questo».

Passata l’eccitazione del momento, anche in questo caso il pagante non lo rifarebbe, o almeno «non a pagamento».

Il benefattore

Daniele ha deciso di unire l’utile al dilettevole. Per lui è stata una casualità: il ragazzo che desiderava da anni, in particolar modo per via del suo lato B, era in necessità economica e così i due hanno trovato un accordo sessuale.

In questo caso nessun pentimento, anzi Daniele racconta di aver fatto a sua volta del sesso in cambio di soldi per necessità economiche.

Nessun coinvolgimento emotivo

A sfatare ogni stereotipo su colui che paga per una prestazione sessuale è Elia, un ragazzo alto, con un fisico muscoloso e definito, ed un viso da fotomodello. Se state pensando che sia un ragazzo insicuro o con bassa autostima vi sbagliate, lui esordisce dicendoci: «So di essere un bellissimo ragazzo, ma ho fatto tre volte del sesso a pagamento».

Il motivo? Elia ci spiega che pagando può ottenere quel che vuole senza il pericolo di un qualsiasi coinvolgimento emotivo dall’altra parte. Ci spiega, inoltre, che in una di queste tre volte ha pagato solo per chiacchierare con l’escort.

Conclusioni

Sebbene fare sesso a pagamento sia reputato da molti immorale, c’è da dire che se le due parti sono entrambe soddisfatte e consapevoli di quel che stanno facendo, non c’è motivo per cui biasimare questa pratica.

Bisogna però appunto avere ben presente che del sesso a pagamento non risolverà problemi come la solitudine, e che probabilmente non soddisferà le aspettative di fantasie sessuali idealizzate nel tempo. Dall’altra parte, alcuni ragazzi che hanno fatto gli escort in modo occasionale ci hanno raccontato che i sensi di colpa o spiacevoli situazioni possono sorgere anche in questo caso.

Come in tutte le cose bisogna trovare prima il proprio equilibrio, tenetelo bene in mente se pensate di “battere cassa” o spendere i vostri risparmi per un effimero momento di lussuria. E, una volta fatto, abbandonate i sensi di colpa, servono solo a farsi del male.

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