Greta Thunberg supporta il Pride: il simbolo di un modello scientifico che non piace ai sovranisti negazionisti
In occasione del Pride di Stoccolma, l’attivista per lo sviluppo sostenibile e contro il cambiamento climatico Greta Thunberg ha postato sui suoi canali social una foto con una bandiera arcobaleno, assieme a un messaggio di supporto alla manifestazione LGBT nella capitale svedese.
La “ragazzina” l’ha fatta decisamente grossa, si fa per dire ovviamente. Quale miglior modo per indispettire ulteriormente i sovranisti e i negazionisti del cambiamento climatico, due categorie che nella maggior parte dei casi coincidono, così come si sovrappongono a una terza categoria: quella degli omofobi.
Così, dopo essersi presa della “Gretina” e della rompipalle da Libero, del cyborg dal Foglio, del personaggio da film horror da Rita Pavone ed essersi sentita dire da Maria Giovanna Maglie che vorrebbe investirla con l’auto, i sovranisti/negazionisti/omofobi tornano all’attacco ancora più rabbiosi.
Mentre loschi figuri nostrani (con l’immancabile bandierina tricolore nel nickname) rispondono al tweet dell’attivista svedese mandandola a “quel paese” o trattandola come una bambina plagiata, L’Occidentale titola un articolo: «Greta Thunberg getta la maschera». Sì, perché secondo l’analisi politica del quotidiano la 16enne dovrebbe parlare soltanto di clima, non facendolo vi è dietro un progetto della sinistra, insomma un complotto.
Tralasciando che il tema del surriscaldamento globale è serio e proprio in questi giorni stiamo avendo i primi seri, serissimi, campanelli d’allarme – con 10 miliardi di tonnellate d’acqua riversate in mare dai ghiacciai della Groenlandia -, perché le lotte contro il cambiamento climatico, i diritti civili e la solidarietà verso i migranti sono condotte dalle stesse persone e dalle solite forze politiche?
Il bias è evidente e sta nel metodo scientifico, che si contrappone quello della suggestione del populismo. Se la scienza dice chiaramente che stiamo andando incontro a delle catastrofi ambientali, ci dimostra che un bambino non ha bisogno di una madre e di un padre, che gay non si diventa ma ci si nasce, ci raccomanda di vaccinarci, ci racconta anche che le migrazioni sono un fenomeno che non si può fermare con un pacchetto di leggi e che siamo tutti discendenti di migranti, un motivo ci sarà.
Il motivo è che la scienza è di sinistra? No. È la destra a rifiutarla. La stessa destra che respinge dei disperati e li lascia morire in mare in nome del Cuore Immacolato di Maria. Quella destra a cui anche la religione sta voltando le spalle, ma non il popolino.
Il popolino è pronto a mettere un’altra volta al rogo una giovane Giovanna d’Arco svedese, mentre un ghiacciaio li seppellirà.
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3 thoughts on “Perché il negazionismo del cambiamento climatico e l’omofobia vanno a braccetto?”