Aggressione omofoba a Cagliari: insulti, sputi e minacce in tre contro uno

«Tornavo dal mare, avevo dei pantaloncini corti e lo smalto alle unghie, come sempre. Mi hanno detto: “fr****, finocchio, principessa”, nessuno è intervenuto per difendermi»

Queste le parole con cui Gabriele Bergamin commenta l’aggressione da lui subita nei giorni scorsi a Cagliari, in Piazza Matteotti, dopo aver salutato il suo ragazzo.

Bergamin, studente ventunenne di Scienze della Comunicazione, dopo qualche giorno dall’accaduto ha deciso di denunciare alle autorità l’aggressione omofoba subita da tre sconosciuti che, dopo averlo visto con il suo ragazzo, lo hanno seguito su di un autobus e lo hanno minacciato, assalendolo fisicamente e sputandogli addosso.

Con un lungo sfogo su Facebook, il ragazzo, ancora molto turbato e sconvolto, ha denunciato non solo la violenza dei tre sconosciuti ma anche l’indifferenza generale di coloro che hanno visto, ma hanno deciso di non intervenire.

Raggiunto dalla redazione di un quotidiano locale, Gabriele ha dichiarato: «Sono tornato dal mare col mio ragazzo, l’ho accompagnato alla stazione dell’Arst perchè doveva tornare al suo paese. Eravamo abbracciati quando un ragazzo si è messo ad urlare “fatemi passare”, anche se non era necessario. Sono uscito dalla stazione e in tre, tutti giovani, hanno iniziato a rivolgermi insulti quali “fr****”, “finocchio” e chiamandomi “principessa”’, mentre stavo attraversando le strisce pedonali per andare a prendere il pullman M. Due erano alti circa 170 centimetri, capelli e pantaloni corti neri, uno aveva una maglia bordeaux. Il terzo, più piccolo di statura e più robusto degli altri, indossava canottiera e pantaloni scuri e un cappellino fantasia con visiera nera».

Il giovane cagliaritano racconta ancora di aver cercato «di ignorarli, per quanto possibile, ma uno di loro è salito a bordo del pullman, in fondo al mezzo, chiedendomi con tono minaccioso “cosa volessi fare”. Io gli ho detto di stare calmo, perché “avrei chiamato la polizia”».

«Loro hanno continuato – prosegue Gabriele – ho chiamato la polizia davanti a loro e mi hanno tolto dalla tasca sinistra il tabacco e, mentre parlavo con l’operatore della polizia uno degli aggressori mi ha messo le mani al collo e gli altri due mi hanno sputato sulla faccia. Per fortuna, dopo qualche spintone sono rimasti fuori dal bus prima che partisse, ma è stato molto umiliante. I sedili a fianco al mio erano occupati da altri viaggiatori e nessuno è intervenuto in mio aiuto. Il Ctm mi ha detto che le registrazioni della videosorveglianza sui mezzi vengono cancellate dopo settantadue ore».

«Ho denunciato pubblicamente quanto mi è successo perché può capitare a tutti di essere discriminati. Parlarne fa bene, c’è un clima d’odio del quale continuiamo ad essere vittima nonostante il mondo si stia comunque evolvendo» ha concluso la vittima dell’agressione omofoba.

 

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