Durante la decima conferenza dell’International AIDS Society, la casa farmaceutica Merck, conosciuta in Italia come MSD, ha presentato i risultati della sperimentazione di un nuovo impianto sottocutaneo a base di Islatravir.
Il farmaco, un potente inibitore della transcrittasi inversa, è inserito in un bastoncino della grandezza di un fiammifero e viene rilasciato gradualmente nell’organismo, garantendo una copertura terapeutica di circa un anno.
I vantaggi del trattamento sono notevoli, in quanto il sistema di deposito garantisce una maggior aderenza alla terapia e una maggiore riservatezza della cura. Mentre con gli attuali farmaci un individuo in PrEP ha la necessità di seguire una terapia quotidiana con il rischio di dimenticare la dose giornaliera di farmaco, con un impianto sottocutaneo non correrebbe questo rischio.
Se poi teniamo conto dei gravi pregiudizi che ancora oggi perseguitano gli individui in PrEP, è chiaro che un sistema praticamente invisibile possa risultare più allettante di una compressa da prendere quando suona la sveglia del cellulare.
La sperimentazione del sistema a base di Islatravir, che secondo l’azienda che l’ha sviluppato ha una potenza pari a dieci volte gli attuali farmaci antiretrovirali, sebbene decisamente positiva è ancora nella fase 2 della sperimentazione clinica, ciò significa che si sta controllando la sicurezza del farmaco, cioè che non provochi effetti collaterali pericolosi e che sia ben tollerato.
Per valutare la sua effettiva efficacia contro le infezioni da HIV (già ampiamente dimostrata in fase preclinica nei test su ratti e scimmie) dovremo aspettare ancora un po’ di tempo, anche se Matthew Hodson, direttore esecutivo del NAM, un’importante associazione britannica di lotta all’AIDS, si è dichiarato entusiasta della notizia che permetterà un utilizzo più in larga scala della PrEP contribuendo in maniera sostanziosa alla lotta al virus.
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