Nick Cave, una delle più influenti figure del rock e del cantautorato a livello mondiale, da tempo cura personalmente la piattaforma The Red Hand Files attraverso cui interagisce con i suoi fan. La possibilità di rivolgere domande dirette al proprio artista preferito ha scatenato le curiosità più disparate, tra cui quella di Jessica da Bonn, Germania, che ha chiesto a Cave se riceva mai «commenti e domande sgradevoli o fastidiosi su The Red Hand Files».
Per tutta risposta il 62enne cantautore australiano ha riportato il messaggio di tale George dall’Alabama, il cui testuale contenuto è il seguente:
Non ti stanchi mai delle lesbiche grasse e pretenziose a cui piace la tua musica? Personalmente amo molta della tua produzione, ma trovo insopportabile la maggior parte dei tuoi fan. Mi chiedo se anche tu abbia la stessa idea.
Cave ha poi sviscerato l’argomento in profondità, replicando direttamente ad entrambi: «Cari Jessica e George, Gesù sulla croce disse «Perdonali perché non sanno quello che fanno». George, penso che Gesù stesse parlando direttamente a te. Alcune settimane fa ho risposto ad una domanda in uno dei miei incontri “In Conversation”, in cui difendevo il diritto di dire ciò che si vuole, il diritto di offendere. In breve, stavo difendendo la libertà di parola, concetto che sembra ormai essere caduto in disgrazia, polarizzato da alcuni e ormai associato – cosa per me bizzarra – all’estrema destra. Tuttavia ritengo che, per quanto si debba avere il diritto di dire ciò che si preferisce, ciò comporti delle conseguenze, e la libertà di parola non dovrebbe renderci immuni da esse».
Nick ha quindi sottolineato l’importanza di fermarsi a riflettere prima di vomitare all’esterno qualsiasi cosa ci passi per la testa, affinché si possano evitare pensieri «disonesti, inutili e dannosi».
Come quello di George? Proprio così: «Probabilmente il 99% dei lettori penserà che tu ti stia comportando un po’ da str***o. Ma potrei sbagliarmi, potrebbero anche essere di più. Certo, tu potresti dire “E allora? Nessuno sa chi io sia, come potrebbe danneggiarmi?”. Ma sbaglieresti, perché penso che il tuo anonimato non ti protegga più di quanto non faccia con i troll che seminano odio sui social. Credo che esistano dei sentieri psichici tra noi tutti, e che la negatività che andiamo a creare prima o poi ci ritorni indietro».
Il bardo di Melbourne ha infine chiosato invitando George a fare la cosa giusta, cioè scusarsi con i suoi fan. Perché per tutti esiste «la possibilità di migliorarsi, di evolversi. […] C’è sempre un margine per diventare persone migliori e far progredire la causa comune dell’umanità e della civiltà. E ciò non riguarda solo te George, ma anche me, e più in generale noi tutti. Con amore, Nick».
Quando si dice blastare con classe.
Ti è piaciuto questo articolo? Proponici come miglior sito LGBT ai Macchianera Internet Awards 2019
Leggi anche: Da oggi #ODIARETICOSTA: la campagna di Wildside e Tlön contro l’odio in rete
Leggi anche:
-
Gli audio omofobi choc del primario e candidato sindaco per il centrodestra: «Tutti nel forno crematorio»
-
Onda Pride: oltre il milione a Roma, resistenza queer anche a Torino, Catania e Bergamo
-
La classifica dei Paesi UE più inclusivi per i professionisti LGBTQ+: tanta strada da fare per l’Italia
-
Inclusività nell’infinito: la NASA lancia una nuova bandiera arcobaleno cosmica
-
Farida Kant: la mia esperienza a Drag Race Italia