Da oggi #ODIARETICOSTA. È con questo hashtag che vi parliamo della bellissima iniziativa proposta dall’avvocata Cathy La Torre e da Maura Gancitano e Andrea Colamedici, fondatori di Tlön.
L’obiettivo della campagna è quello di contenere l’odio in rete. Molto spesso attraverso il filtro dello schermo si pensa di poter commentare i post di utenti, famosi o meno, scrivendo qualunque cosa, come se internet ci avesse fatto perdere l’idea della concretezza dell’altro e dei suoi sentimenti. Lo si fa con donne, che sempre più spesso ricevono offese e minacce che virano sulla sessualità, ma anche con uomini.
Ma queste offese arrecano un danno, e un danno si risarcisce. L’idea è che sia un giudice, nelle opportune sedi legali, a stabilire la somma di denaro con cui risarcire l’utente offeso; in modo tale che la pena possa costituire un deterrente per coloro che pensano che la rete sia il luogo in cui dare libero sfogo alla propria frustrazione. Criticare una persona per le proprie idee è sacrosanto, insultarla e augurarle uno stupro è un reato.
Tutti possiamo essere partecipi di questo cambiamento. Wildside e Tlön mettono a disposizione un team di avvocati, filosofi, comunicatori, investigatori privati, informatici forensi; se siete stai calunniati potete rivolgervi a loro segnalando la vostra storia a: odiareticosta@gmail.it. A questo indirizzo potete inviare il link del post incriminato e loro si occuperanno di tutto. È arrivato il momento di cambiare il modo di convivere sui social.
Ad utilizzare l’hasthtag #odiareticosta è stata, in queste ultime ore, anche Laura Boldrini, la quale ha dichiarato in un suo post di essere in procinto di querelare lo psicologo Alessandro Meluzzi per aver diffuso delle fake news sul suo conto. In un articolo condiviso da Meluzzi verrebbe riportata una dichiarazione sua secondo quale le discriminazioni e la pulizia etnica nei confronti dei cristiani sarebbero meno gravi e secondarie rispetto a quelle verso i musulmani. Dichiarazione manipolata da un vecchio discorso dell’allora Presidente della Camera dei Deputati. Ancora una volta la Boldrini sposa una causa a sostegno della difesa della dignità umana.
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