Vercelli, vicepresidente del consiglio comunale invoca la morte di gay e lesbiche su Facebook

Un gattino come foto profilo e decine di post e commenti contro gay e lesbiche, definiti “comunisti” e associati ai fatti di Bibbiano. No, non si tratta del profilo Facebook di un troll né di uno dei tanti utenti fan del Capitano, ma di Giuseppe Cannata, vicepresidente del Consiglio comunale di Vercelli, nonché medico.

Ma a questi post di ordinaria follia omofoba, ieri se ne è aggiunto uno che va decisamente oltre il limite del confronto democratico. Cannata ha infatti condiviso un post anti gender del senatore Pillon commentando: «E questi schifosi continuano imperterriti. Ammazzateli tutti sti gay, lesbiche e pedofili». Il post è stato poco dopo cancellato da Facebook..

A denunciare il fatto è Arcigay Rainbow Vercelli Valsesia: «Il contenuto della frase risulta di un’inaudita violenza, sia per la minaccia di morte, sia per l’accostamento fra l’omosessualità e la pedofilia. Mai, prima d’ora, siamo stati insultati e aggrediti in maniera così violenta da parte di un rappresentante delle Istituzioni della nostra Città».

«Le persone appartenenti a minoranze sessuali e di genere esigono rispetto – continua il post – Ci chiediamo, con preoccupazione, se le parole del Vicepresidente del Consiglio comunale, esponente di Fratelli d’Italia, rappresentino la visione della nuova maggioranza di centrodestra di Vercelli nei confronti delle persone appartenenti a minoranze sessuali e di genere».

L’associazione LGBT ha chiesto le dimissioni di Giuseppe Cannata e una presa di distanze da parte del sindaco e dell’Ordine provinciale dei medici e degli odontoiatri.

L’episodio è molto preoccupante in quanto è il terzo caso in pochi giorni in cui l’omosessualità viene associata alla pedofilia. Un altro rappresentante di Fratelli d’Italia lo aveva fatto in un emendamento durante la discussione della Legge sull’Omotransnegatività in Emilia-Romagna, mentre un altro medico a Milano aveva asserito che l’omosessualità può sfociare nella pedofilia.

Foto copertina: PiemonteOggi
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