«Mi fu sussurrato che un mio giocatore fosse gay: visto come giocava, avrei voluto lo fossero anche gli altri»
È un Arrigo Sacchi senza peli sulla lingua quello intervistato da Antonello Piroso per La Verità, le cui dichiarazioni sono state riprese da Dagospia. Tra dichiarazioni senza filtri e riflessioni sulla sessualità dei giocatori e sull’omofobia, lo storico allenatore del Milan dimostra di essere stato sempre molto avanti su certe tematiche e di saper riconoscere i propri errori.
Alla domanda sull’esistenza di un tabù riguardo l’omosessualità nel mondo del calcio, Sacchi risponde: «Io non ho mai fatto il poliziotto dei miei calciatori, non andavo certo a controllare se facevano o meno sesso prima del match, o con chi. Quando, allenando una squadra, mi fu sussurrato che di uno dei ragazzi si diceva fosse gay, osservai che, visto come rendeva in campo, avrei voluto lo fossero anche gli altri».
L’allenatore mette però le mani avanti, specificando che non si trattasse di un giocatore del Milan. Precisazione che stringe molto il cerchio, vale a dire alla formazione del Rimini nelle annate 1982-83 e 1984-85, a quella del Parma tra il 1985 e il 1987, ai giocatori dell’Atletico Madrid nel campionato del 1998-99 e a quelli del Parma nel 2001. A meno che la squadra non fosse la Nazionale, allenata da Sacchi tra 1991 e gli Europei in Inghilterra nel 1996.
Resta che, ad oggi, nessun calciatore della Serie A di Calcio ha fatto coming out.
Le doti nascoste dei calciatori
Arrigo Sacchi commenta a lungo come a volte fosse difficile contenere la “virilità” dei calciatori, sia in senso metaforico per quanto riguardava la loro vita sessuale ad di fuori dal campo, sia in senso letterale a causa di doti incontenibili dai comuni slip.
Il primo episodio raccontato nell’intervista è quello dell’olandese Ruud Gullit, pallone d’oro del Milan. «Piaceva alle donne, e gli piacevano le donne. Quando Berlusconi chiese alla squadra, per vincere lo scudetto, il sacrificio di un mese di astinenza sessuale, lui seraficamente replicò: “Presidente, io con le pa**e piene non riesco a correre” – racconta Sacchi – Quella volta che dovevamo partire per Avellino, la moglie ci chiesde notizie visto che non aveva dormito a casa».
Non è un segreto che Gullit abbia, oltre a quelle calcistiche, delle enormi doti nascoste, che i suoi compagni di spogliatoio hanno potuto ammirare. «Un mostro in tutto. Ma anche noi abbiamo fenomeni del genere» disse una volta il presidente del Pisa, Romeo Antonetani, dopo averlo visto nello spogliatoio in occasione dell’incontro Pisa – Milan.
A quanto pare si trattava di Paul Elliott, come racconta Sacchi: «Giocava con i bermuda da ciclista sotto i calzoncini. Mandai il team manager a investigare, usava i bermuda perché non c’erano mutande abbastanza grandi».
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