Saranno notti insonni e giornate senza tregua quelle di Mario Adinolfi, evidentemente frustrato dall’entusiasmo con cui è stata accolta dai media e dal pubblico la notizia del matrimonio tra Tiziano Ferro e Victor Allen. Dopo averci ricordato che è un’unione civile, dato che il matrimonio egualitario in Italia non esiste, il leader del Popolo della Famiglia ha iniziato a martellare sulla gestazione per altri, chiamandola (come al solito) col volgare nome di “utero in affitto”.
Arriva così il colpo di genio, perché non paragonarsi a Tiziano Ferro in una sorta di “Cos’ha lui che io non ho?” oppure, per citare lo stesso cantante, “La differenza tra me e te”?! Ecco che spunta così sulla bacheca Facebook di Adinolfi una sua vecchia foto, in cui la forma fisica del politico era tutt’altra e, di conseguenza, il look.
«La mia mamma mi teneva a dieta e così nel 1991 sfoggiavo oltre a una Lacoste alla Calenda anche un fisichetto che avrebbe intrigato l’allora obeso Tiziano Ferro – azzarda Mario Adinolfi – La narrazione dice “obesità uguale male” quindi Tiziano Ferro è tanto dimagrito e si prende gli applausi del mondo pure se si compra un bambino strappandolo alla donna che lo partorisce a suon di denari».
L’esperto giocatore di Poker continua, tirando in mezzo in un minestrone degno di una pagina su Giallo Zafferano, la propria prole e il caso Angeli e Demoni: «Io dal 1991 sono tanto ingrassato, ma ho avuto tre splendide figlie naturalmente. Nella narrazione io sono il cattivo e gli amici di Tiziano, fossimo a Bibbiano, le figlie me le toglierebbero per “omofobia”».
Peccato che Tiziano Ferro non ha nulla a che vedere con i gravi illeciti degli affidi di Bibbiano, compiuti da persone che non hanno niente da spartire con il cantautore di Latina e che non sono biasimate dalla comunità LGBT+. Peccato, anche, che le tre splendide figlie di cui parla Adinolfi, le abbia avute da due diverse donne, che non è proprio il modello di famiglia su cui basa la propria propaganda politica: Ma questo è un must per i difensori della famiglia tradizionale, da Salvini alla Meloni.
Tiziano Ferro e Mario Adinolfi hanno poche cose in comune, certamente, ma condividono la fede cattolica. Su questo ci sarebbe, invece, da fare un paragone. Mentre Adinolfi strumentalizza la Bibbia, con personalissime interpretazioni, per alimentare odio verso il diverso, dall’altra parte Ferro racconta in un’intervista al Corriere la sua visione da cattolico: «Il mio è un Dio che ama, che custodisce, che non chiede pegno». Chi avrà compreso meglio la “parola del Signore”?
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