Oggi più che mai i politici fanno a gara a chi è più bravo ad inseguire il consenso, spesse volte peccando (terribilmente) di coerenza.
Più volte su queste pagine si è parlato del rapporto tra M5S e la comunità Lgbt: si è sfilato dall’approvazione delle Unioni Civili, Di Maio ha dichiarato che l’unica vera famiglia è quella composta da madre e padre. Sui diritti tacciono, sono al governo con Salvini e sono responsabili di aver reso Ministro un soggetto come Fontana, sono alleati con il partito di Fabio Pillon ovvero con il partito che ha presenziato al Congresso Mondiale delle Famiglie; poche cose direi.
Sabato ci sarà il Milano Pride: i gruppi consigliari di Regione e Comune del M5S parteciperanno alla sfilata. E ciliegina sulla torta, indosseranno una maglietta con su scritto «Movimento 5 Stelle nessun passo indietro»; beh spero che qualcuno attacchi sulla loro maglia un cartello con su scritto «Nemmeno uno avanti». Il Movimento sta mostrando un totale e sconcertante disinteresse in merito ai diritti, non saprei se per disinteresse proprio o perché succubi dell’alleato di governo.
Siamo tutti bravi a presenziare al Pride perché fa figo, perché ci fa apparire all’avanguardia e poi se siamo un partito politico fa propaganda. Abbiamo avuto già i casi di Genova e Bari ed ora questa pagliacciata di Milano. Sfilare al Pride come partito implica agire come uomini e donne delle istituzioni per promuovere e tutelare i diritti, sfilare per mettersi in mostra non serve.
Prima di presenziare con la sua maglietta, il M5S dovrebbe sviluppatore un atteggiamento diverso nei confronti della nostra comunità; è frustrante vedere che le forze politiche che sposano le nostre battaglie si possono contare sulle dita di una mano.
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Non c’è dubbio che, per chi è libero da vincoli religiosi, ognuno può far sesso come meglio crede, l’importante che l’altro/a sia consenziente. Ma i diritti sono altro.
Voi chiedete diritti che già vi sono concessi, quelli di cui sopra. Una cosa, però, è concederli, altro è approvare deliberatamente una estensione di questi ultimi a danno di altri.
Intendo il poter autorizzare il coinvolgimento, come si pretende, di estranei inconsapevoli (affido di minori). I danni psicologici a carico dei soggetti designati, derivanti da un vissuto imposto da altrui condotte anomale, saranno indelebili.
Un esempio di violenza inaudita di altra natura, è il voler imporre un credo religioso ad un neonato, approfittando della sua condizione di incapacità di intendere e volere e marchiarlo a vita dell’infamia (dal punto di vista dell’obbligatorietà della pratica) subita (battesimo) che, secondo la chiesa cattolica, è indelebile).
Gentile Sandro, i “danni psicologici” sui minori cresciuti da omosessuali sono una sua “opinione” (se si possono avere opinioni negli ambiti di cui non si hanno competenze), la scienza si è espressa in tutt’altro modo in merito. Dunque chi è lei e chi sono i suoi rappresentanti politici per vietare l’affido a coppie dello stesso sesso?
Le lascio un articolo del Fatto Quotidiano che approfondisce l’argomento in modo serio:
https://www.ilfattoquotidiano.it/2016/01/27/famiglie-omogenitoriali-cosa-dicono-davvero-gli-studi-mondiali/2408265/
Non mi illudo di convincere chi per necessità personali si sente indirizzato per non dire obbligato, suo malgrado, a prendere posizioni granitiche. Ma prima di togliere il disturbo definitivamente da questo sito, inviterei chi è interessato, visto che, nel merito, si evocano studi scientifici, a conoscere anche il parere dello psicanalista Claudio Risè. Claudio Risè non è una “rondine che non fa primavera”. Di “rondini” Risè ve ne sono non poche ma opportunamente ignorate.
Costui non è l’ultimo arrivato in psicologia. Infatti, prima di esprimersi in merito al tema che si sta trattando, ha esposto, in un suo libro scritto in tempi non sospetti, quanto , in tal caso, si, scientemente, un potente gruppo di pressione internazionale ben organizzato, si è adoperato, investendo spesso denari pubblici e attraverso personaggi anche riluttanti al mandato (il denaro ha il difetto di farti fare ciò che non vorresti) al fine di indirizzare gradualmente la società odierna ad accettare quasi passivamente quanto la comunità LGBT creata, nel tempo, ad arte (attraverso lo sfascio sistematico delle famiglie e quindi della società), si accinge ora a pretendere.
Uno dei libri di Risè intitolato “IL PADRE” sottotitolato “l’assente inaccettabile”, conduce passo passo il lettore a comprendere il sistema operativo utilizzato ANCHE per far si che le LGBT possano, ora, iniziare ad alzare orgogliosamente la voce con manifestazioni quasi sempre dall’impronta circense. E per finire, a scanso di equivoci, posso dire che ho conosciuto persone di tutto rispetto da orientamenti sessuali non conformi alla propria natura fisica, “portare” dignitosamente la propria diversità e vivendola intelligentemente con soddisfazione al riparo da chiassose ostentazioni.