Caterina Balivo, gli scivoloni omotransfobici della madrina del Milano Pride

Ha suscitato numerose polemiche la scelta della conduttrice come madrina per il Milano Pride che si terrà il 29 giugno nel capoluogo lombardo

Il popolo del web non ha dimenticato gli scivoloni di Caterina Balivo in tema di orientamento sessuale, identità di genere e cyber bullismo. Durante il Festival di Sanremo 2017 la napoletana, infatti, riuscì a fare non una, ma ben due figuracce mediatiche.

La prima, una triste dichiarazione priva di qualsiasi solidarietà femminile, la vide twittare, nel momento della comparsa sul palco di Diletta Leotta, vittima di un hackeraggio nel quale vennero diffuse le sue foto intime in rete, «Non puoi parlare della violazione della privacy con quel vestito e con la mano che cerca di allargare lo spacco della gonna». Chissà cosa potrebbe pensare della “sobrietà” di uno dei Pride più grandi d’Italia

La seconda gaffe avvenne sempre in occasione dello stesso Festival, quando sul palco dell’Ariston venne ospitato Ricky Martin. Caterina Balivo pubblicò sulle sue Instagram Stories un video in cui diceva, con la stessa leggerezza con cui si direbbe Venezia è bella anche se non ci abiterei: «Ricky Martin sei bono, anche se froc*o!». La storia venne poi rimossa una volta accortasi del contenuto offensivo, a dimostrazione della buona fede della Balivo.

L’ultima gaffe è più recente, durante la puntata di Vieni da me, andata in onda l’11 aprile su Rai1, con ospite in studio Alba Parietti. Durante il momento delle “Domande al buio” la conduttrice chiese alla Parietti il nome di qualche opinionista a 360 gradi come lei. Dopo aver fatto il nome di Sgarbi e Mughini, Alba nominò Vladimir Luxuria e, a quel punto, Caterina la bloccò dicendo «Eh ma no, dimmi il nome di una donna donna, una donna con la gonna», intonando una famosa canzone di Roberto Vecchioni. Accortasi dello scivolone, anche questa volta, la conduttrice ha cercato di rimediare dicendo: «Non volevo offendere nessuno, volevo stuzzicarla su donne donne quindi la D’Eusanio. Non volevo colpire nessuno o fare allusioni, perché forse non sono stata carina quando ho detto donna con la gonna».

Sicuramente, dunque, è un personaggio acerbo dal punto di vista della tematica omosessuale, ma non per questo è necessariamente sbagliato. Il compito del Pride è, tra le altre cose, educare alla diversità, alla tolleranza e anche al saper comunicare adeguatamente alla comunità LGBT. Ho visto personalmente drag queen mediamente famose in Italia non sapere la differenza tra outing e coming out, quindi non mi meraviglia la scarsa preparazione della Balivo. Certo, avrei investito in un’altra madrina, ma la vedo come l’amica etero che viene portata la prima volta al Pride. Sta a noi ora farla sentire parte della famiglia e insegnarle a non scivolare ancora.

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