Altro che Black Friday, Selvaggia non fa sconti al cantante
Il Marco Carta gate è destinato a diventare, grazie a un veloce gioco di assonanze, l’erede del Mark Caltagirone gate; ci sono ormai tutti gli ingredienti giusti e il giallo gossipparo dell’estate è servito. A gettare benzina sul fuoco dei dubbi sull’innocenza di Marco Carta, riguardo il furto alla Rinascente di Milano, ci pensa Selvaggia Lucarelli con un’intervista al cantante.
La giornalista di Civitavecchia ha contattato telefonicamente l’ex vincitore di Sanremo per approfondire la questione, senza risparmiarsi domande scomode, il cui tenore ricorda molto quello di un terzo grado da cui l’accusato esce a pezzi.
Nell’intervista pubblicata su Dagospia, Marco Carta non riesce a dare risposte chiare e nette. L’ex-vincitore di Sanremo afferma che le maglie erano da uomo, ma non è in grado di escludere categoricamente che fossero le stesse che si era provato quel giorno durante lo shopping del Black Friday: «No cioè, non lo so, forse no, ma le ho viste da lontano in ufficio, le ho intraviste».
C’è un altro punto a cui Marco Carta non riesce a dare una spiegazione che schiarisca ogni dubbio. Per quale motivo la sua amica Fabiana Muscas gli avrebbe passato la propria borsa quando lui era nel camerino? «Non me l’ha passata, l’ha poggiata sulla sedia in camerino. Mi ha detto che la borsa le pesava» è stata la sua giustificazione.
Un altro nodo da sciogliere è quello del luogo del ritrovamento degli antitaccheggio, ovvero il bagno in cui sarebbe andato Carta ma non la sua compagna di shopping, secondo quanto riportato dalla Lucarelli, che lo incalza: «In TV l’hai detto tu di essere andato nel bagno del quarto piano». Carta qui non risponde per “non mettere in difficoltà le indagini”.
Si vorrebbe tanto credere che un ragazzo con il suo background sia innocente, ma risulta davvero difficile quando l’intervista gliela fa Selvaggia Lucarelli e non un’indulgente Barbara d’Urso. Tuttavia a volte la pressione fa brutti scherzi e Marco Carta non deve convincere noi, ma il giudice che lo aspetta a settembre, quando sarà processato per direttissima.
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