La sconfitta del Movimento 5 Stelle alle ultime elezioni europee ha provocato uno scossone tra gli elettori dello schieramento politico guidato da Luigi Di Maio. La drastica e repentina perdita di consensi ha scoperchiato il vaso di Pandora, facendo uscire tutti i malumori di coloro che hanno sempre supportato il Movimento.
Tra questi ci sono gli elettori LGBT, coloro che da anni mandano giù il rospo giustificando a fatica le malefatte dei loro rappresentanti. Se tre anni fa, ai tempi della minoranza “dura e pura”, poteva essere credibile la versione data dai vertici riguardo il voltagabbana sul supercanguro e il voto contrario alla Legge Cirinnà, ora in materia di diritti LGBT tutto tace contrariamente alle promesse di allora.
La scelta di allearsi con quel covo di omofobi che è la Lega, ha portato il M5S a chiudersi nel silenzio rispetto al tema dei diritti civili. Silenzio che è stato rotto solo timidamente da Spadafora quando il Carroccio ha dato libero sfogo alle proprie idee retrograde durante il Congresso Mondiale delle Famiglie.
In realtà a parlare di famiglie arcobaleno ci ha pensato Di Maio durante la campagna elettorale, ma è il caso di dire che il bel tacere non fu mai scritto. Il leader del M5S si è detto cattolico e quindi per la famiglia tradizionale formata da mamma e papà, emulando il co-vicepremier Salvini (che nel frattempo stava divorando un’ampia fetta del suo elettorato) e aggiungendo che la Legge Cirinnà è (ora) sufficiente.
Oltre al danno la beffa; le voci sull’omosessualità di Di Maio si fanno sempre più insistenti, dalle battute di Vittorio Sgarbi alle provocazioni di Imma Battaglia, passando per le allusioni di Maria Giovanna Maglie. Voci a cui Di Maio ha dato adito con mal riuscite finte paparazzate, che Pamela Prati può solo imparare.
A chiudere il cerchio ci pensano i candidati del Movimento al Parlamento Europeo: sono solo 8 quelli che hanno aderito alla piattaforma Come Out per la tutela dei diritti LGBT+, molti meno rispetto al PD e agli altri partiti di sinistra.
È così che si è arrivati alla delusione dell’elettorato LGBT, che inizia a perdere la pazienza. Sulla pagina Facebook Amici 5Stelle Diritti civili e LGBT – che conta quasi 7000 follower – all’indomani delle elezioni compare un post:
Nessuna parola sui diritti civili.
La comunità LGBT ignorata dal capo Politico del M5S.
Luigi di Maio è il responsabile del disastro alle elezioni europee.
Adesso a casa subito, lui e tutta La Casaleggio Associati.
A cui segue il commento di Milo S., che riassume ironicamente il sentimento di tutta la comunità LGBT che non ha mai supportato il M5S:
E meno male che stavate sempre a scrive agli altri SVEGLIAAAAAAA!!!1!!1!1!!1!!11!
Eh. Ben svegliate, ame!
Arrivati a questo punto, la domanda è: il M5S farà mea culpa e cambierà posizioni sui diritti civili oppure il suo elettorato LGBT sarà costretto a migrare altrove?
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