«Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato». Lo scriveva Luca, uno degli evangelisti che il social media manager di Radio Maria dovrebbe conoscere molto bene.
Eppure, ancora una volta, chi ha scelto di seguire gli insegnamenti del Signore predica bene e razzola male, anzi malissimo. Il dito dei fondamentalisti, soprattutto quello dei cristiani, punta sempre la pagliuzza che è in qualche occhio altrui, soprattutto se quella pagliuzza si chiama emancipazione, autodeterminazione, libertà o razionalità.
Radio Maria, l’emittente radiofonica fondata 37 anni fa, è la garanzia di ogni autoradio; le sue frequenze raggiungono ogni angolo d’Italia: anche lì dove non ce la fanno Rtl 102.5, Rds e Radio Italia, i suoi rosari pompano nelle casse.
A colpi di “scrivi amen e condividi”, la pagina Facebook ha raggiunto 1 milione e 600 mila seguaci, che rimangono giornalmente aggiornati con foto di santi e post moralizzatori. L’ultimo post si scaglia contro le donne emancipate, colpevoli di essere passate dall’essere soltanto un appoggio per l’uomo, procreando e accudendo una numerosa prole, a delle donne che decidono di non metter su famiglia e accudire dei gatti.
Gli uomini, invece, non sono pervenuti.
«Notate qualcosa di strano?» scrive la pagina, ma le risposte non sono state quelle desiderate. La grottesca vignetta è diventata subito virale, attirando le critiche di numerosi utenti, tra cui diversi cattolici che si trovano in disaccorto con questa visione retrograda e discriminatoria della religione.
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