Esistono città nelle quali non c’è mai stato un Pride, altre in cui si sfila regolarmente da anni e poi c’è Ancona: da zero Pride a due nello stesso mese.
Una prima parata sarà il prossimo 8 giugno e rientrerà tra quelle che siamo abituati a veder colorare l’estate della Penisola nell’ambito della “Onda Pride” promossa da Arcigay. Si tratterà del primo evento del genere per il Coordinamento Marche Pride che è nato affinché possa esistere – come ricorda Elvio Ciccardini – «una rete che unisse gli sforzi di tutte e tutti per aumentare la nostra voce, creare sinergie, arricchire le progettualità ed essere più presenti e fattivi a livello regionale».
Il Coordinamento si è costituito quando però in città era già presente un’altra realtà che aveva dato vita al “Love Pride” dello scorso anno che verrà replicato il 29 giugno. All’apparenza cambia una parola, ma Giovanni Purpura – uno degli organizzatori – sottolinea quale principale diversità «la maniera in cui i due eventi vengono vissuti» poiché – spiega Purpura – «trovo difficile anche parlare, oggi, di Gay Pride come un evento unico con un solo volto, un “format” che possa essere riproposto in ogni parte del globo. Non prenderebbe in considerazione le specificità territoriali e sarebbe avulso dai cittadini».
Dietro le due manifestazioni sembra essersi consumato il più classico dei litigi locali che, tuttavia, dovrebbe restar lontano da eventi desiderosi di celebrare l’amore in ogni sua forma. «Da parte nostra un tentativo di creare un evento unitario c’è stato. Purtroppo ci siamo trovati a scontrarci contro un muro» – puntualizza Purpura – «sarebbe bello riuscire a unire le forze mettendo sul tavolo i punti di forza delle due manifestazioni creando un evento unitario che sia meglio della somma delle sue parti, questo però va fatto nel rispetto di entrambe le realtà».
Inevitabilmente, i due appuntamenti verranno osservati come in contrapposizione fra loro, ma dalle parti del Marche Pride provano a stemperare i toni: «Perché considerare le due iniziative divisive? Non avvengono lo stesso giorno. Chi crede in entrambi i progetti parteciperà ad entrambe le manifestazioni e sosterrà ancor di più i diritti LGBTI*» – sostiene Ciccardini – «l’obiettivo del futuro non è avere un unico Pride delle Marche, ma avere una regione, le Marche, in cui si possa essere sé stessi e vivere nel rispetto dei valori di cui il Pride è portatore. Questo obiettivo lo si raggiunge insieme».
Anche ad Ancona non potevano mancare le polemiche sulla concessione del patrocinio e nemmeno su questo le organizzazioni dei due eventi sembrano essere d’accordo. Dalle parti del Marche Pride c’è delusione per la scelta dell’Amministrazione della sindaca migliore del mondo poiché «i diritti civili sono di tutte e tutti e non dovrebbero essere strumentalizzati al fine del consenso politico», mentre «nessuna delusione» è espressa dal Love Pride in cui credono piuttosto che «l’anconetano per natura non ama “mettere la firma” per potersi sentire promotore o protagonista».
Sta di fatto che la scorsa settimana è arrivato un tardivo e “non oneroso” patrocinio. Tuttavia, proprio perché distante dal fascio-leghismo, questa Giunta avrebbe potuto mostrare ben altra sensibilità verso eventi che rappresentano una dimostrazione di vivacità culturale e libera espressione della personalità.
Foto copertina: Cronache Maceratesi
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