Perché i Diversity Media Awards non hanno invitato Elenoire Ferruzzi?

Elenoire Ferruzzi è nerah. Non è stata invitata alla serata di premiazione dei Diversity Media Awards, i premi ai migliori contenuti media che nell’ultimo anno hanno contribuito a una rappresentazione valorizzante delle persone nelle aree genere e identità di genere, orientamento sessuale ed affettivo, etnia, età e generazioni, (dis)abilità.

«Io in questo festival non sono nemmeno stata chiamata e nemmeno stata menzionata – esordisce Elenoire in un video su Facebook – io vorrei sapere chi più di me in Italia, oggigiorno, ha sdoganato la diversità». La Ferruzzi si dice indignata per il mancato invito, in qualità di transgender che esce di casa vestita da donna da vent’anni e passa all’attacco: «Io non vado a fare la cretina il sabato sera con un po’ di trucco e quattro stracci di vestiti!».

Fermi tutti. Com’è hanno osato gli organizzatori dei Diversity Media Awards non invitare una persona transgender? Com’è possibile che Fabio Canino o Martina Dell’Ombra abbiano potuto dimenticare di menzionare l’indispensabile contributo di Elenoire? Proprio lei, che coraggiosamente va in giro con le unghie lunghe. Colei che è famosa per aver detto che “Carpisa è il male”. Imperdonabile.

Elenoire si lamenta poi che in Italia «la trans deve essere vista solo sul marciapiede» e che ci sia molta discriminazione. Osservazione tristemente vera e condivisibile, non si capisce però perché se la prenda con la TV che invita solo coloro che sono «una figura allegorica di un gay truccato o una drag queen che va a sparate quattro stupidaggini». Un invito alla sobrietà e ai contenuti come questo richiedebbe altri pulpiti.

Si dice che tutti siano utili e nessuno indispensabile. Cara Elenoire, questo vale ancora di più nel mondo della diversità. Ma, soprattutto, la lotta per i diritti LGBT non è una competizione a chi esce di casa truccato per più ore o a chi pubblica il video più virale. Diversità fa rima con pluralità.

 

Leggi anche: Diversity Media Awards, Cattelan personaggio dell’anno – Tutti i premi

1 thought on “Perché i Diversity Media Awards non hanno invitato Elenoire Ferruzzi?

  1. Gentile Non è Grindr, ci tengo a sottolineare un’inesattezza nel vostro articolo, e a precisare alcune cose. I DMA non sono più (come lo è stato per le precedente edizioni) un premio “solo LGBT+, ma (copio incollo dal sito di Diversity): I Diversity Media Awards premiano i personaggi e i contenuti media che hanno contribuito a una rappresentazione valorizzante della diversità nelle aree genere e identità di genere, orientamento sessuale ed affettivo, etnia, età e generazioni, (dis)abilità.
    Per quanto riguarda la questione persone trans e DMA: quest’anno tra le nomination risultavano 2 prodotti che trattavano la tematica T. Lo scorso anno abbiamo premiato lo spot di coconuda, che aveva scelto una donna trans come icona di femminilità. Negli anni sul nostro palco abbiamo dato voce ad attiviste come Porpora Marcasciano e Nicole De Leo (presidente del MIT di Bologna), e premiato prodotti mediali che abbattevano stereotipi legati all’identità di genere.
    Solo pochi giorni prima la pagina di Diversity ha condiviso l’intervista ad Anna Maria Antoniazza, donna trans, avvocato e manager, proprio per diffondere la cultura dell’inclusione e cercare di abbattere certi stereotipi legati alle persone trans che le vogliono relegate “al marciapiede” come giustamente dice Elenoire. (L’intervista era peraltro inserita nell’ambito di un progetto più ampio che raccontava le storie di 10 donne eccezionali).
    Credo sia importante a prescindere da questo episodio in particolare, prima di sparare, chiedersi sempre chi si ha davanti, per non rischiare di imbattersi in equivoci come questi, che vedono attaccare un’associazione che da anni si batte proprio per i diritti di tutte e tutte, e lo fa in particolar modo cercando di abbattere certi stereotipi che alcuni media tendono invece a rafforzare…e lo facciamo anche premiando chi invece lo fa bene, contribuendo a creare un’immaginario corretto e rispettoso della realtà e delle persone che ne fanno parte.
    Quella per i diritti è una lotta comune, dovremmo sempre restare unit*. 🙂 <3
    Buona giornata

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *