Sinon Loresca nel Brunei coi tacchi: «Il Paese più sicuro in cui sia stato»

Il modello omosessuale Sinon Loresca ha sfidato ogni rischio e ha deciso di andare nel Brunei con i suoi vestiti queer, scatenando una lunga serie di commenti e polemiche. Non è la prima volta che l’influencer fa parlare di sé per via degli abiti succinti indossati nei luoghi più disparati, mettendo in discussione le regole della virilità, ma questa volta lo sta facendo di un Paese con leggi molto rigide per le persone LGBT.

Tutto comincia con una foto in aeroporto su Instagram, dalla didascalia: «In partenza per il Brunei». In molti si sono preoccupati per l’incolumità di Loresca, poiché sebbene il sultano abbia assicurato che la pena di morte per lapidazione non sarà applicata, non c’è nessuna garanzia reale su questo finché perché la legge non è stata abrogata, ed è comunque prevista la reclusione fino a 30 anni.

Loresca ha risposto ai commenti di preoccupazione dei suoi follower: «I musulmani sono gentili e amichevoli con me. A volte le notizie sono esagerate. Ricordate che finché non facciamo del male a una persona, non accadrà nulla».

 

Visualizza questo post su Instagram

 

My training ground how to do the best walk on earth ?? #sinonloresca #thekingofcatwalk #catwalkking #kingofcatwalk

Un post condiviso da TheKingOfCatwalk (@sinonloresca) in data:

In un’intervista via mail a Gay Star News, il modello ha dichiarato: «Non ho nulla di preoccupante per la mia sicurezza, Brunei è il Paese più sicuro in cui sia stato, nonostante io sia gay». Loresca ha poi aggiunto che il suo segreto è non avere paura di nulla, nemmeno della morte per lapidazione, che a suo dire non è un pericolo reale ma una notizia gonfiata dai media.

C’è però chi fa notare che il trattamento dei Paesi in cui è in vigore la legge della sharia cambia per i turisti rispetto ai residenti. Per chi passa le proprie vacanze in questi luoghi si rischia al più una sanzione o l’espulsione.

È complicato esprimere un giudizio in merito a questa vicenda. Se da una parte la presenza di Loresca nel Brunei possa dare forza alle persone LGBT che ci vivono, dall’altra parte le sue dichiarazioni rischiano di svilire il boicottaggio e le altre lotte che vogliono garantire loro una maggiore sicurezza e il rispetto dei diritti umani.

 

Leggi anche: L’Università La Sapienza ospita il laboratorio di drag queen (e king)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *