Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli omosessuali. Fratelli, sia gloria a Dio: il suo fan club pare volerci bene. Pare.
La Diocesini di Torino strizza l’occhio alle coppie omosessuali, ma non è tutto oro quel che luccica. Le relazioni omosessuali possono essere considerate lecite però solo se c’è fedeltà. Don Gianluca Carrega ha organizzato un ritiro spirituale sul tema “La fedeltà di Dio come fondamento della fedeltà dei rapporti umani”.
In breve? Insegnare ai gay ad essere fedeli in modo da farli amare da Dio. Cioè geniale dai. C’è da specificare che la Diocesi parla di coppie omosessuali ma anche di coppie eterosessuali, però a pensar male non si sbaglia mai. La cosa è dirompente: considera la possibilità di non rendere “disordinato” il rapporto omosessuale, rapporto tale per definizione nell’ottica ecclesiale. La cosa che però fa un po’ ribrezzo è sottile, sento odore di stigma sociale e pregiudizi.
All’approvazione delle Unioni Civili, Angelino Alfano, per votare la legge chiese di eliminare l’obbligo di fedeltà; gesto volto a rimarcare una forte differenza tra eterosessuali ed omosessuali. Questi ultimi sono per definizione promiscui ed infedeli. Mi auguro che dietro questa iniziativa non ci sia questo pregiudizio. In caso contrario (ovvero il caso in cui la diocesi non sia in malafede) per un omosessuale cattolico questa è un’apertura di una certa portata.
La Chiesa sul tema omosessualità non ha un unico orientamento: Papa Francesco prima non giudica poi cambia idea, si passa dal caso di Luca che era gay ma adesso è redento, al prete siciliano che da la benedizione ad una coppia di donne prima dell’Unione Civile. Chissà quale sarà la prossima presa di posizione.
Foto copertina: La Voce e Il Tempo
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