Dopo New York, nel 2020 la capitale del turismo LGBT sarà Milano

Nel 2020 Milano ospiterà la convention IGTLA (International Gay & Lesbian Travel Association) dedicata al turismo LGBT+. Un evento che il capoluogo lombardo ha strappato ad altre importanti capitali europee (ciao Parigi, ciao Bruxelles) e che è stato salutato con soddisfazione dal sindaco Giuseppe Sala.

«Questa convention è importante per i numeri, perchè abbiamo fatto con determinazione questa battaglia e perchè alla fine poteva essere qualcosa che poteva scatenare tante polemiche, ma così non è stato. Quindi un segno di maturità della nostra città

Milano si è eretta ad ambasciatrice del cambiamento già da tempo. Con Porta Venezia, è stata la prima città in Italia ad avere ufficialmente un quartiere LGBT+, conta inoltre più di 25 associazioni dedicate alla causa e ogni anno ospita il Milano Pride con una parata con oltre 100mila partecipanti e un festival del cinema a tema, il Mix. Nel 2012 è stata pioniera in Italia a costituire il registro delle Unioni Civili.

A maggio del 2020, al motto di Milano Loves You, il Castello Sforzesco aprirà le porte all’universo LGBTQ+ con centinaia di tour operator, giornalisti, influencer provenienti dal tutto il mondo. A livello mondiale, quello LGBT+, è un turismo da tre miliardi di dollari e sono in crescita costante i paesi gay-friendly.

Un esempio della spinta economica e sociale di questo turismo è Tel Aviv, che è diventata una delle città più visitate al mondo ed è l’unica nel Medio-Oriente ad avere un gay Pride. L’Italia è tra i pochi paesi che non investe in questo tipo di turismo e quindi Milano come prossima città ad ospitare una convention IGTLA è una cosa clamorosa perché dà un segnale al resto del paese, lancia il messaggio che questo tipo di turismo va sostenuto.

La convention sottolinea a sua volta l’assessore al Turismo Roberta Guaineri, «È importante per il business ma anche dal punto di vista dei diritti umani e la collaborazione tra istituzioni e privati è fondamentale per promuovere l’accoglienza senza discriminazioni. Lavoriamo affinché Milano sia accogliente ovunque per tutti e sappia anche rispondere a differenti tipologie di cittadino viaggiatore». A sottolineare la doppia valenza dell’IGTLA, un altro ambasciatore italiano, il giornalista Alessandro Cecchi Paone, a New York con la delegazione milanese.

«IGTLA – fa notare Cecchi Paone – è uno strumento per garantire integrazione e convivenza pacifica ma anche uno straordinario volano economico. La categoria LGBT+ viaggia, spende ed è trend-setter». Un inciampo nello stereotipo che una persona di spessore culturale come il conduttore televisivo poteva evitare, ma questa è un’altra storia…

 

Foto copertina di Scenari Immobiliari

1 thought on “Dopo New York, nel 2020 la capitale del turismo LGBT sarà Milano

  1. Spero che nella battaglia per i diritti sia contemplata l’abolizione delle tessere per accedere ad alcuni locali di aggregazione Gay. Una forma di ghettizzazione retrò e senza senso almeno a Milano a me sembra che serva solo a conservare privilegi economici. Se è necessario sostenere le associazioni che sostengono la lotta dei diritti, i Gay lo sanno fare in tanti modi diversi e più proficui del pagamento di 15 € all’anno , senza parlare poi , della derisione a cui bisogna sottostare da parte degli amici stranieri che ci guardano come dei “deportati” ogni qual volta devono fare la coda in attesa che si faccia loro la tessera temporanea prima di potersi divertire su una pista da ballo.

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