La Procura di Parma ha presentato ricorso nei confronti degli atti di riconoscimento di ben quattro bambini, effettuati da altrettante coppie omosessuali. Si tratta dei cosiddetti “riconoscimenti successivi”, ovvero casi in cui in seguito al riconoscimento del genitore biologico arriva la richiesta del convivente o del soggetto unito civilmente di essere riconosciuto come secondo genitore. Nello specifico, i succitati atti sono stati presentati lo scorso 21 dicembre e approvati dal Sindaco di Parma Federico Pizzarotti.
Ci troviamo, dunque, nuovamente di fronte ad una vicenda che mette in evidenza la paradossalità e le lacune delle leggi del nostro Paese. La stessa legge Cirinnà, infatti, fu moncata in una delle sue parti che si preoccupava proprio di risolvere la questione del riconoscimento e dell’adozione del figlio del coniuge. Questo crea casi discordanti tra loro, in quanto il riconoscimento successivo non è impedito dall’ordinamento italiano, ma non vi è neanche una norma che lo preveda.
«È noto – ha sostenuto, infatti, la Procura – che, tuttavia, nonostante lo sbarramento normativo, i Sindaci di alcuni Comuni abbiano ritenuto ugualmente di poter ricevere le dichiarazioni di riconoscimento successivo, mentre in altri casi, allorquando la richiesta non sia stata accolta dal Comune, alcuni Tribunali abbiano ordinato all’Ufficiale di stato civile di ricevere gli atti di riconoscimento. La Procura di Parma, invece, rifacendosi ai principi della separazione dei poteri (con il richiamo alla non ingerenza del potere giudiziario nel settore legislativo, ed al rispetto delle reciproche perimetrazioni) e del rispetto della legge (non solo dal punto di vista dell’ossequio formale, ma da quello sostanziale) ha sostenuto l’illegittimità degli atti di riconoscimento in questione».
Repentino l’intervento del Sindaco Pizzarotti, che definendo Parma la “Città dei Diritti”, ha messo in evidenza l’assurdità del fatto che numerosi riconoscimenti da parte di coppie omosessuali siano stati effettuati, cosi come altri sono stati impediti. Accusando la politica nazionale di voler fomentare odio e incomprensione su determinate tematiche ha dichiarato: «Rispetto le idee e le opinioni di tutti, ma sui diritti è necessario essere coraggiosi ed andare avanti».
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