Già da qualche giorno hanno iniziato a circolare notizie, con annesse polemiche, sulla chiusura dei canali Rai Premium e Rai Movie. Ora che queste notizie parrebbero aver trovato conferma, il polverone di critiche che sta investendo l’azienda di viale Mazzini non accenna a placarsi.
Secondo le ultime voci, infatti, al posto dei due canali che offrono servizio di replica di fiction Rai e di film di vario genere, dovrebbe sorgere Rai 6; una nuova rete dalle tematiche prettamente femminili, mentre il già esistente Rai 4 sarà declinato “al maschile”.
In pochissime ore la Rai, oltre ad aver fatto storcere il naso a tutti i cinefili italiani, ha messo in atto una serie di modifiche che oltre ad apparire incomprensibili, dato che i buoni dati Auditel non giustificano la cancellazione di canali come Rai Premium e Rai Movie, sanno anche di antiquato e retrogrado.
In barba all’equality e all’inclusività, il servizio pubblico, nel 2019, ci propina ancora dei canali di genere; insomma, una rivoluzione di palinsesto che ha il sapore di un’involuzione, basata su stereotipi che offrono ancora un’immagine della donna interessata a televendite e commedie romantiche e degli uomini all’azione, guai a confondere le cose.
Sulla vicenda si è espressa anche Vladimir Luxuria su Twitter: «Vi prego se fate #Rai4 per uomini e #Rai6 per donne fatemi anche un #Rai5 per #trans altrimenti mi viene in casa la Gardini e mi blocca i canali con il #gender control!» – un ironico riferimento alla sua esperienza personale che ci dimostra come spesso una visione binaria delle cose possa portare con sé qualche problema.
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