Il revenge porn è una questione che non fa discriminazioni, interessa sia omosessuali che eterosessuali. In questi giorni alla Camera era in discussione il c.d. Codice Rosso che andava a dare una normazione specifica per la violenza su donne e minori. Laura Boldrini, e alcuni deputati di Forza Italia, avevano proposto di inserire qui il reato di revenge porn. La maggioranza aveva dato picche: era stato già presentato al Senato, un testo che introducesse il suddetto reato e non volevano ritirarlo. Tradotto: «non lo abbiamo scritto noi e non lo votiamo».
A seguito delle proteste di alcune deputate dell’opposizione la seduta era stata sospesa. Alla ripresa la maggioranza ha cambiato idea. Lega e M5S hanno presentato un testo che recepisce i precedenti (quello dell’On. Boldrini e di Forza Italia); l’emendamento è stato votato all’unanimità.
Da oggi chiunque fa un uso non legittimo (senza il consenso delle persone rappresentate) di materiale sessualmente esplicito, destinato a rimanere privato incorre in: reclusione da un a sei anni ed una multa da 5000 a 15000 euro. La società si evolve e le fattispecie da normare cambiano, compito del legislatore è quello di osservare la società e capire come intervenire al meglio. Negli anni abbiamo assistito a suicidi e a storie poco felici a causa del revenge porn. Oggi non possiamo che applaudire (nonostante i tentennamenti della maggioranza) alle nostre forze politiche.
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