Uomo minacciato perché gay: «Comunista di me**a! Stai zitto, ricordati che sei a Verona!»

Tra dichiarazioni discutibili e proteste si è ormai concluso a Verona il Congresso delle Famiglie, tuttavia il clima di scontro tra le vie delle città pare non accenni a placarsi.

Nella giornata di ieri, nei pressi del Palazzo Gran Guardia un uomo omosessuale è stato vittima di una violenta aggressione verbale. «Comunista di me**a! Stai zitto, ricordati che sei a Verona! Cane randagio!» sono alcune delle offese rivolte all’uomo che si trovava in piazza per manifestare.

L’aggressore era accompagnato da un suo amico che ha minacciato dei giornalisti che stavano filmando la scena: «Ma cosa state riprendendo?». L’uomo nei giorni scorsi si è reso protagonista di una vicenda analoga, insultando pesantemente in strada una poliziotta veronese, mentre inneggiava in sostegno a Salvini. Salvo poi scusarsi in un video pubblicato da L’Arena.

VIDEO: Congresso delle Famiglie a Verona: le scuse dell’aggressore della poliziotta: «Non è da me»

 

La replica dell’uomo aggredito nei pressi del Palazzo Gran Guardia

La replica di Angelo, l’uomo insultato, è stata repentina «Non sono comunista, sono una persona libera come tutti in questa città. Siete voi che non ci amate, fascisti. Venite a casa nostra di notte, con la benzina. Assassini!».

Poco dopo l’uomo, visibilmente agitato, ha spiegato il senso delle sue parole alle telecamere della trasmissione Servizio Pubblico, raccontando come in quella stessa piazza nel mese di agosto lui e il suo compagno fossero stati vittime di un’aggressione fisica scaturita dal fatto che stessero camminando mano nella mano.

Non è stato però questo l’unico episodio spiacevole che li ha coinvolti. L’uomo, infatti, denunciando una mancanza di tutela da parte dell’amministrazione comunale ha continuato a raccontare: «Un mese dopo sono venuti a casa nostra e ci stavano per bruciare vivi. Hanno buttato 30 litri di benzina, hanno provato a colpirci in faccia, hanno lasciato svastiche sui muri e scritte come “Cu***toni bruciate” e “Vi metteremo tutti nelle camere a gas”».

VIDEO: Congresso delle Famiglie a Verona: lo scontro davanti al Palazzo Gran Guardia e lo sfogo dell’uomo minacciato e aggredito

Le minacce di morte non riprese dalle telecamere

In un’intervista a Open, l’uomo aggredito ha raccontato cos’è successo nella prima parte del diverbio, ovvero quella che le telecamere non hanno fatto in tempo a riprendere. Dopo aver incrociato il suo sguardo davanti alla sede del Congresso, l’aggressore lo avrebbe riconosciuto e chiamato “cu***tone di me**a” per poi passare alle minacce: «Ricordati che sei già morto perché noi ti ammazziamo».

È quasi impossibile non collegare questo avvertimento con quanto accaduto in precedenza all’uomo, che ha già corso un grosso rischio e subito danni materiali alla sua abitazione. Il nostro augurio è che le indagini siano rapide e che la giustizia regali un po’ di serenità a una persona che ha la sola “colpa” di essere omosessuale.

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