Nuovo delirio della Lega: carcere per le famiglie arcobaleno

Eppure fu proprio la Bibbia, sconosciuta guida dei leghisti, a consegnarci il primo episodio di maternità surrogata quando Sara, settantacinquenne priva di figli a causa della sua sterilità, diede in moglie la schiava Agar al marito Abramo perché partorisse per lei (Genesi, 30, 3).

È proprio contro la surrogacy l’ultima battaglia del senatore anti-aborto, anti-gay, anti-emancipazione, anti-progresso, insomma, il pro-Medioevo Simone Pillon. L’ossessione omofoba della Lega stavolta tocca di nuovo la maternità surrogata, ma piuttosto che la sparata per la platea integralista, si tratta della presentazione di un nuovo disegno di legge: “Disposizioni contro il turismo riproduttivo”, con l’obiettivo di contrastare «le tristi pratiche dell’utero in affitto e della compravendita di gameti umani». Il titolo farebbe ridere se solo non richiamasse alla mente quel turismo sessuale le cui ben più tristi (rectius, oscene) pratiche sono considerate talmente gravi da rappresentare un reato extraterritoriale, punito in Italia pur essendo compiuto all’estero.

La surrogazione è un gesto d’amore che diviene triste esclusivamente quando si leggono le vergognose espressioni con cui viene chiamata. Una questione troppo spesso accostata inopportunamente agli omosessuali, malgrado essa sia una pratica scelta per la magna pars da eterosessuali, come rivelato dall’ANSA tempo fa. Ebbene, secondo il disegno di legge presentato al Senato, «chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre a sei anni e con la multa da 800.000 a un milione di euro».

Simone Pillon (Lega) al Family Day 2016

La surrogazione, già infattibile in Italia, diverrebbe reato anche se compiuta in un Paese più civile del nostro: da noi si aprirebbero le porte del carcere. Ma c’è di più: «divieto assoluto di iscrizione o trascrizione di atti di nascita da parte di genitori non biologici», per togliere a ciascun sindaco la possibilità di declinare al plurale il concetto di famiglia. «È fatto divieto all’ufficiale di stato civile di iscrivere o trascrivere atti di nascita riportanti quali genitori del minore due persone dello stesso sesso ovvero più di due persone, anche se di sesso diverso», così accadrebbe qualora la proposta dovesse trovare il favore del Parlamento.

Nessuna maternità surrogata, ma sempre più surrogati di politici.

Diego Baldoni

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