“Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro” (Luca 2, 7)
Ogni anno nel periodo natalizio infuria la polemica sul presepe; quest’anno più che mai la cosa appare più che surreale.
Il primato assoluto lo detiene il video “Due minuti con Giorgia Meloni” (che poi ringraziando sono un minuto e trentasette). La fantastica leader di Fratelli d’Italia ci parla di presepi: lo so non state nella pelle, aspettavate questo momento come l’uscita dell’ultimo album della Carrà. Il magico rapporto tra la Meloni nazionale ed il presepe va avanti da un po’ eh, vi sarete mica dimenticati le statuine dei Marò tra i pastorelli? Io ovviamente no. Il video si apre con Giorgia che sistema due pecorelle nel presepe, lei da fantastica “alberista”, per amore del bambin Gesù, quest’anno diventa una fantastica presepista: quest’anno fa il presepe. Fa il presepe mi pare un parolone. Quello che ha alle spalle è un presepe tutto bello è pronto comprato già così. Se per fare intende prendere il presepe, metterlo sul tavolo e sistemare due pecorelle, si la Meloni fa il presepe. Potrei fermarmi qui, ma il video continua. Dice una serie di panzane sul presepe, fastidi, cultura, sua figlia e via discorrendo.
Una cosa mi urta di brutto: la pretesa che il presepe debba essere fatto nelle scuole. Ho già parlato in un precedente articolo del crocifisso, il discorso è analogo; la scuola faccia la scuola e la chiesa faccia la chiesa. Il presepe è un simbolo religioso, nelle scuole esistono bambini atei e bambini di varie religioni, ergo il presepe non ci sta. I politici attuali tacciano gli stranieri come colpevoli. No, non sono gli stranieri i colpevoli del mancato presepe, ma i colpevoli sono tutte le persone di buon senso. L’educazione religiosa si fa in famiglia o al catechismo. Da ateo perché a scuola devo vedere un’accozzaglia di carta e plastica con le lucine? Nessuno mette in dubbio quale è il messaggio della nascita di quel bambino: da ateo chiunque può guardare alla storia del Cristo e trovare ispirazione per la propria vita. Senza ombra di dubbio il messaggio cristiano è rivoluzionario, la Buona Novella narrata nei Vangeli è di una bellezza disarmante. La sottile differenza è applicarla alla vita per sentimento morale o applicarla per non essere puniti dal grande capo. E soprattutto non ho bisogno di nessuna scatola di scarpe vestita a festa per farmi ispirare dai valori del grande bambinello dai riccioli d’oro.
Il più grande ossimoro del dibattito politico è quello per cui a difendere il presepe siano quei politici che urlano “aiutiamoli a casa loro” e che poca pietà hanno di fronte ai barconi. Questo è fantastico: ad una rappresentazione di plastica comprata da Happy Casa portano tutto il rispetto del mondo, ad un bambino nato su una spiaggia ed imbarcato su una bagnarola di fortuna no. Davanti a Gesù bambino, nato in una grotta/mangiatoia/stalla/boh in mancanza di posto nella locanda, il nostro cuore si strugge, i nostri occhi si bagnano di lacrime; povero bambinello al freddo scaldato da due bestie. Davanti a uomini in carne ed ossa senza colpa: fregancazzo. Semplicemente lodare il presepe e difenderlo contro l’invasione dei neri cattivi fa figo, difendere quei neri invasori no. Non fa figo.
Beh, basterebbe aprire il Vangelo (che peraltro è pure corto eh) e darci una sfogliata anche veloce, per avere un briciolo di senso di colpa per difendere due statue di plastica rispetto a uomini per cui (teoricamente) quel bambino è morto in croce.
Non siamo a Natale, siamo a Pasqua. Ogni volta che qualcuno muore su quei barconi è un Venerdì di passione, un venerdì in cui il vostro Cristo è morto per volere di altri; condannato da accuse ingiuste anche a causa di qualcuno che si è lavato le mani. Mentre spezzate pezzi di carta e mentre addobbate le vostre scatole di scarpe per metterci i pastorelli, vi state lavando le mani come Ponzio Pilato. Invece di difendere i vostri simboli religiosi, difendete le vite umane. Se non difendete gli uomini quel simbolo sarà vuoto di significato, starete uccidendo quel bambino già prima dei suoi 33 anni eh.
Leggi anche:
-
La classifica dei Paesi UE più inclusivi per i professionisti LGBTQ+: tanta strada da fare per l’Italia
-
L’ex ministro Spadafora fa coming out in diretta: «Sarò più libero»
-
Il Senato ha affossato il ddl Zan: addio a una legge attesa da 25 anni
-
Papa Francesco e il “pericolo” delle persone transgender
-
“Professione transgender”: l’incontenibile transfobia del giornalismo italiano