Da un mese a questa parte Alla lavagna! sta soffiando ai Telegiornali sempre più posti nelle tavole di quegli italiani che dal lunedì al venerdì decidono di accendere su RAI3 all’ora di cena. Si tratta di un format importato dalla Francia (Au Tableau!) che dimostra come, forse per sbaglio, la RAI riesca ancora a vivacizzare un pubblico che torna a casa dopo le stanchezze giornaliere. Il programma ha il merito di unire dentro e fuori lo schermo due generazioni, c’è l’insegnante di turno e ci sono gli alunni – compresi fra i 9 e 13 anni – che assistono e per una volta interrogano: domande imprevedibili e ben pochi filtri.
La particolarità è che il docente è un personaggio famoso del mondo della politica, del giornalismo, dello spettacolo e così via. Certo, chissà quanti italiani conoscono l’astronauta Roberto Vittori, mentre tutti avranno presente il volto barbuto del ministro-vice premier-segretario della Lega Matteo Salvini che, tuttavia, non avrebbe il titolo per insegnare nemmeno in un asilo nido. Capita anche che gli autori decidano di chiamare Vladimir Luxuria, ma che la RAI, in preda a una crisi mistica, decida di rimandare a data da destinarsi la puntata già registrata e messa in palinsesto per questa settimana.
L’intervista a Vladimir Luxuria
Vlad, ma che cosa avrai mai detto a queste innocenti creature?
Chiariamo innanzitutto che l’unico oggetto intorno al quale ha ruotato la puntata è stato il bullismo, con uno sguardo nel passato della mia esperienza personale e con uno al presente verso il cyberbullismo. I bimbi erano emozionati dal mio racconto e mi hanno riempito di domande, in loro ho notato un incredibile coinvolgimento nei miei racconti che si è mischiato ai loro aneddoti.
Il problema allora saranno stati i genitori?
No, nella maniera più assoluta! Anzi, ai genitori dei bambini coinvolti nelle puntate è concesso decidere se mandare in onda o meno il proprio figlio. È accaduto che alcuni non dessero l’autorizzazione nelle puntate con dei politici attualmente in Parlamento. Ecco, con me invece sono stati tutti favorevoli alla messa in onda dei loro figli. Vi dirò di più, al termine delle riprese tutti i genitori mi hanno stretto la mano e si sono complimentati per com’è stato affrontato un tema così delicato. Tra gli autori c’era una soddisfazione tale che, per loro stessa ammissione, quella sembrava la migliore puntata fin lì registrata.
Insomma il Governo del Cambiamento ha lasciato mamma RAI come l’ha trovata, sempre in preda a una bigotta classe politica che non scinde il tema oggetto di una puntata dal relatore che ne discute?
Dico solo che la puntata passerà da un access prime time in mezzo alla settimana a un sabato, in seconda serata e per giunta alla fine dell’edizione. Chi ha fidelizzato con il programma sarà perso, i bambini saranno già andati a letto e magari quella sera ci sarà pure la finale di Sanremo!
Che poi era stata la RAI a chiamarti…
Ma sì! Mi hanno contattata dalla Endemol [società produttrice di svariati format TV (ndr)], ma solamente dopo aver ricevuto il benestare della RAI che conosceva gli ospiti da prima che si cominciassero a girare le singole puntate.
Tuttavia insieme alla tua messa in onda è stata rinviata anche quella che coinvolgeva calibri come Cirino Pomicino e la Santanchè, anche loro nella settimana di Sanremo?
Sarebbe stato troppo palese rinviare solo la mia puntata, perciò hanno spostato l’intero blocco settimanale, così da provare a celare meglio la censura. Mi chiedo, se davvero avessero voluto escludere delle mie battute o piuttosto delle domande dei bambini, avrebbero potuto tagliare la puntata! Perché non si deve parlare di bullismo?
Nel nostro paese si stimano centinaia di casi al giorno di atti di bullismo solo nella fascia di età dei ragazzi che ti eri trovata davanti tu. Una figuraccia della RAI e un’occasione educativa persa?
Una pessima figura e temo che non capiremo mai il perché. Pensiamo a diffondere la puntata quando verrà trasmessa. Dobbiamo creare una rete che permetta a quanti più ragazzi possibile di non perdere un’occasione di conoscenza e contrasto di un fenomeno tanto odioso quanto devastante.