La celebre opera di Primo Levi, simbolo della Memoria, usata dalla pagina Facebook per fare un’ignorante battuta sulla transessualità
Ci risiamo. A pochi giorno del Transgender Day of Remembrance, l’ennesimo scivolone sulle persone transessuali.
L’artefice, questa volta, è la seguitissima pagina Facebook, Fotografie Segnanti che, il 30 novembre, pubblica un meme con la foto del libro di Vladimir Luxuria “Il coraggio di essere una farfalla”, associandolo alla celeberrima opera di Primo Levi “Se questo è un uomo”.
Non ha tardato ad arrivare la risposta dell’ex parlamentare, che fa notare agli admin della pagina che il loro post, non solo lede la dignità delle persone transessuali, irridendoli, ma è offensivo anche e soprattutto nei confronti di chi l’Olocausto lo ha vissuto.
I commenti a seguire sono stati tanti, chi consigliava a Vladimir di farsi una risata, chi si appellava al diritto di satira, chi parlava di vittimismo e chi ancora di opportunismo.
Nessun dietro-front dagli amministratori della pagina in questione, i quali non hanno ritenuto neanche necessario moderare i commenti omotransfobici sotto il loro post. Il giorno dopo, infatti, con un lungo post su Facebook, annunciano la loro intenzione a non chiedere scusa, perché, si sa, se non usi il termine “Olocausto” non offendi nessuno, e si appellano al sacrosanto diritto di non dover fornire chiavi di lettura alla propria satira. Ecco il loro post:
In merito al post di ieri riguardante la Signora Luxuria e il susseguente quanto immotivato polverone mediatico creatosi, ci sentiamo di ribadire con forza il nostro diritto a NON scusarci per il nostro modo, giusto o sbagliato, di fare satira prendendo le distanze dall’errata decontestualizzazione che la suddetta Signora e la sua “pletora” di seguaci ha maldestramente fatto. Fotografie Segnanti NON ha mai citato la parola “Olocausto”. È stato semplicemente fatto un gioco di parole che avrebbe capito un bambino delle elementari, innocente e non contaminato dalla inutile decontestualizzazione fuorviante che si sta facendo per strumentalizzare. Può essere persino un post NON ben fatto come tanti, ma a nessuno permettiamo di farci passare per omofobi né per infangatori della storia. Non capire la semplicità logica e linguistica tra didascalia e immagine pone chi ci critica, in una rispettabile ma al tempo stesso voluta, pretestuosa polemica tornacontistica. Per noi il discorso finisce qui, siamo sufficientemente tranquilli con la nostra coscienza per non dover chiedere scusa né a una persona, né a 2 comunità intere. Il confine lo hanno varcato quelli che si spera fingano di non capire la semplicità delle cose e le appesantiscono per logorrea, bisogno di pontificare o peggio ancora noia. Speriamo cali il sipario su questa situazione grottesca, non è nostro costume spiegare le battute anche se pessime. Forniamo diverse chiavi di lettura ma di certo non restiamo in silenzio di fronte alla spettacolarizzazione dell’unica data sbagliata. Conosciamo determinati orrori della storia e non ce li facciamo spiegare da nessuno. Come le Agenzie di stampa sono state premurose nel dare cassa di risonanza alla Signora Luxuria, si INVITA a farlo anche con la nostra doverosa contro risposta. Grazie.
NOUS SOMMES FOTOGRAFIE SEGNANTI
In effetti di chiavi di lettura ce ne sono ben poche. Si ironizza alludendo alla presunta mascolinità di una donna transessuale, sfruttando il gioco di parole col titolo di un libro che parla di un periodo oscuro dell’intero genere umano e rimarcando il tutto col termine “transporto”, nel caso in cui la battutina transfobica non sia stata capita. Ah, ah. Che ridere.
Se c’è una cosa che fa ancora meno ridere sono i commenti sotto i post della pagina e sotto i link dei giornali che hanno affrontato la questione. Commenti beceri che gli admin non hanno ancora provveduto a rimuovere e, a giudicare dalla loro “visione”, che non hanno intenzione di farlo.
Finché ci sarà gente che non capisce che una donna transessuale è donna dalla nascita e non è un uomo neanche per scherzo e continuerà a irriderla, dandole del maschio, del travestito e del deviato, la memoria storica che l’orrore dell’Olocausto avrebbe dovuto lasciarci, non è servita a nulla.
Se questa è satira.
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Fatto, sebbene fosse un commento pubblico. Spero tu abbia anche cambiato idea. La prossima volta pensaci due volte prima di offendere le persone sui social network.