“Duets Forever”: promossi e bocciati dei nuovi duetti di Cristina D’Avena

Dopo il clamoroso successo di “Duets – Tutti cantano Cristina” era praticamente scontato e doveroso pubblicare un secondo capitolo di questo interessante progetto, ed infatti ad un anno esatto di distanza arriva in tutti i negozi di musica e su tutte le piattaforme digitali “Duets Forever – Tutti cantano Cristina”, con 16 brani della regina delle sigle animate in duetto con altrettanti artisti della musica italiana.

Anche in questo secondo episodio, riuscito in parte, l’idea di base è quella di dare una veste inedita e nuova credibilità a quelle che prima erano semplicemente considerate canzonette per bambini, ora riarrangiate in chiave rock, folk, funky, dance ed elettropop.

Nei 16 brani scelti da Cristina, c’è però una netta predominanza di sigle di fine anni 80 abbastanza evitabili (“Vola mio pony”, “Georgie”, “Memole dolce Memole”) ed è stato dato poco spazio ad alcune canzoni degli anni 90 a mio avviso imprescindibili, su tutte le suggestive “Un incantesimo dischiuso tra i petali del tempo” e “Spicchi di cielo tra baffi di fumo”, gioielli del bravo Gianfranco Fasano, ma anche “Una porta socchiusa ai confini del sole”.

Se è vero che non c’è due senza tre, a questo punto spero in un terzo capitolo che possa tener conto più della bellezza del brano che della notorietà del cartone animato. Ma passiamo ad analizzare i singoli pezzi di “Duets Forever – Tutti cantano Cristina”.

Artwork by Alfonso Olivieri

 

Canzone Dei Puffi (con Patty Pravo) – Voto 6
Il disco si apre con il duetto che non ti aspetti: Patty Pravo, diva ammaliante della musica italiana, si cimenta con gli strani ometti blu. L’intro, piuttosto lungo, è caratterizzato da una chitarra elettrica alla quale si aggiungono prima le trombe ed in seguito i violini fino ad arrivare alle voci delle due interpreti che si rincorrono per tutta la durata del brano, stile filastrocca. La sensazione è che il pezzo scelto non sia pienamente nelle corde dell’ex ragazza del Piper, in quanto la forza interpretativa che la caratterizza non riesce ad emergere a pieno in questa marcetta allegra e spensierata. Abbastanza inutile il cameo di Fabio De Luigi che interpreta Gargamella. Le aspettative erano alte, ma sono state in parte deluse.

I Ragazzi Della Senna (Il Tulipano Nero) (con Fabrizio Moro) – Voto 9
Curiosa la scelta di ripescare questa sigla dei primi anni 80, che grazie all’interpretazione ruggente e rabbiosa di Fabrizio, assume una nuova identità. Arrangiamento molto pomposo, con apertura dall’incidere cavalleresco con fiati e trombe trionfanti, che lasciano spazio alla voce cristallina e rassicurante di Cristina che ben contrasta con le note ruvide e viscerali di Fabrizio. Il pezzo si chiude con una rivoluzione ripetuta più volte che catapulta direttamente l’ascoltatore in un concerto rock. Uno degli esperimenti più riusciti dell’intero CD, a mio avviso .

Georgie (con Dolcenera) – Voto 6,5
Appena ho letto che l’interprete salentina faceva parte di questo secondo progetto, nella mia mente avevo immaginato altri brani da affidarle. “Georgie”, a mio avviso una sigla abbastanza mediocre, è stata scelta forse più per il successo dell’anime che per la bellezza della canzone. L’arrangiamento del brano non presenta rilevanti novità rispetto alla versione originale, la base risulta leggermente più veloce e rockeggiante, e Dolcenera interpreta soprattutto le strofe con la sua solita carica emotiva e i suoi tipici grattati. La sensazione però è che sia davvero “sprecata“ per questo brano , i suoi colori vocali si sposavano bene con melodie più suggestive come quelle di “Una porta socchiusa ai confini del sole” o “Cantiamo insieme”.

Memole Dolce Memole (con Elisa) – Voto 4
Ed eccoci alla nota più dolente del disco, ovvero alla “Memole dolce Memole” di Elisa con base synth anni 80 che strizza l’occhio alla radiofonicità dei giorni nostri. La voce di cristallo del Nord-Est interpreta questa canzone in maniera caricaturale, risultando forzata e a tratti sgradevole, immedesimandosi forse troppo nella parte del folletto della foresta. Anche in questo caso l’abbinamento non risulta particolarmente vincente, la sigla non permette alla cantante friulana di utilizzare al meglio la sua voce, rimanendo “ingabbiata” nella parodia della versione originale. Se si voleva rimanere sulle sigle “classiche” si poteva scegliere benissimo tra “Milly un giorno dopo l’altro” e “Dolce Candy” che le avrebbero dato sicuramente più margine di espressione, anche se avrei osato qualcosa di meno scontato affidandole “Fancy Lala”, “Simba: è nato un re” o “Un fiocco per sognare, un fiocco per cambiare”.

Pollyanna (con Malika Ayane) – Voto 10
Senza dubbio Il capolavoro del disco . “Il cielo sereno” di Pollyanna si trasforma per l’occasione in un cielo d’Irlanda: l’arrangiamento folk utilizzato risulta infatti essere la scelta più oculata e vincente del disco. La voce speziata ed elegante di Malika è un valore aggiunto, e riesce a creare una magia che tocca corde nostalgiche tanto da far venire gli occhi lucidi. L’inciso cambia registro e diventando delicato e sospeso determina un piacevole contrasto con l’allegria contagiosa delle strofe. Qui è tutto perfetto, non penso ci sia altro da aggiungere.

Vola Mio Mini Pony (con Elodie) – Voto 5
Anche in questo caso fatico veramente a capire l’abbinamento di Elodie con “Vola mio mini pony”, sigla tra le altre cose abbastanza trascurabile e che non mette in risalto le qualità vocali della bella interprete di “Nero-Bali”. Il brano riarrangiato, che si apre con un pianoforte, è appiattito da una base elettropop che fa addirittura rimpiangere la versione originale. L’interpretazione costretta di Elodie risulta basica e priva di guizzi, e la ripetizione infinita dell’inciso risulta soporifero. Occasione sprecata.

Ti Voglio Bene Denver (con Lo Stato Sociale) – Voto 7
Dopo essere stati la rivelazione assoluta di Sanremo 2018, i secondi classificati con “Una vita in vacanza” si cimentano nel restauro della sigla del cucciolotto verde senza età, che per l’occasione diventa un divertentissimo funky anni 70. Lo spirito allegro e giocoso del brano originale rimane comunque intatto, anche grazie all’atteggiamento scanzonato di Lodo e compagni che ben si prestano a questa reinterpretazione.

D’Artagnan E I Moschettieri Del Re (con Il Volo) – Voto 8,5
Anche se per Il Volo avrei scelto tra due sigle a mio avviso notevoli e che si prestavano bene a parti corali e sinfoniche – le già citate “Un incantesimo dischiuso tra i petali del tempo” e “Spicchi di cielo tra baffi di fumo – devo dire che l’esperimento è riuscito in pieno. Il brano si apre con il coro impetuoso dei tre tenorini, per dare poi spazio alla travolgente base tra chitarre, archi e percussioni. Il proseguo è un botta e risposta energico tra la dolcezza di Cristina e la magnificenza dei cori degli ex vincitori del festival di Sanremo. Il risultato è ottimo, e l’abbinamento in questo caso risulta più che convincente.

Alvin Rock’n’Roll (con The Kolors) – Voto 8
La rock band composta dai tre fratelli scoiattoli prende vita nel mondo reale grazie all’istrionico Stash e compagni, che ricordano prepotentemente Alvin, Theodor e Simon. L’anima rock del pezzo è sicuramente enfatizzata in questa versione in pieno “stile The Kolors”, è l’abbinamento risulta azzeccatissimo. Colorata e irresistibile.

Papà Gambalunga (con Federica Carta) – Voto 5
La scelta di Federica Carta, forse la meno conosciuta con Shade tra i 16, mi ha un po’ spiazzato, come mi ha lasciato perplesso la decisione di utilizzare un arrangiamento country su questa sigla in origine abbastanza profonda ed emotivamente carica. Perché non riprendere la bella “Fiocchi di cotone per Jeanie” se si volevano esplorare le atmosfere western? Si sarebbe prestata benissimo. Detto ciò, l’interpretazione della cantante di Amici risulta abbastanza anonima e priva di personalità, e il brano è sicuramente peggiorato rispetto alla versione originale.

Il Mistero Della Pietra Azzurra (con Alessandra Amoroso) – Voto 7,5
Sicuramente una delle sigle più belle ed originali di Cristina, che in questa versione viene rispettata e non stravolta come è forse giusto che sia. Alessandra fornisce un’interpretazione molto delicata e piacevole, e non si spinge eccessivamente con la voce come è solita fare. L’arrangiamento, come detto in precedenza, rimane abbastanza invariato rispetto alla versione originale, ma la scelta è dettata dal fatto che la sigla di “Nadia” risultava già moderna negli anni 90. Un’esecuzione troppo carica (temevo accadesse questo) sarebbe risultata a mio avviso ridondante, invece il tutto convince e trasuda armonia.

Robin Hood (con Max Pezzali) – Voto 4
Sigla travolgente e melodicamente molto bella, distrutta completamente in questa versione deludente e inappropriata con Max Pezzali. L’arrangiamento risulta più moderno rispetto alla versione originale, ma anche in questo caso non se ne discosta particolarmente. Il cantante degli 883 fa lo stesso errore di Elisa, ovvero fa il verso alla sigla originale, risultando a tratti grottesco. Sarebbe stato opportuno scegliere per lui un’altra canzone, magari più semplice e lineare.

Batman (con Le Vibrazioni) – Voto 8,5 
Premetto dicendo che secondo me la voce di Francesco Sarcina è davvero bella, e decisamente adatta alle atmosfere dark della sigla dell’uomo pipistrello. La nuova versione con chitarre elettriche a profusione, basso e percussione risulta più rock ed energica rispetto a quella originale, e nell’inciso le due voci creano un’amalgama insolita davvero azzeccata. Abbinamento encomiabile.

Sailor Moon E Il Cristallo Del Cuore (con Carmen Consoli) – Voto 9
L’operazione più ardita di questo progetto è sicuramente questa, ovvero trasformare la rockeggiante base della terza sigla dell’anime più amato dal tutto il mondo LGBT in un blues con atmosfere fumose e notturne. Come tutte le cose estreme e originali, può essere considerato da alcuni un capolavoro e da altri una ciofeca, io appartengo al primo gruppo! Una Carmen in stato di grazia (anche se il “vibratino caprino” della voce utilizzato in questa canzone è abbastanza destabilizzante) contribuisce con il suo arrangiamento a dare una nuova linfa a questa sigla, ricalcare la versione originale in questo caso sarebbe stato scontato e poco opportuno.

Rossana (con Nek) – Voto 6
I colori della voce di Giorgio Vanni, il cantante che duettava con Cristina nella versione originale della sigla, sono molto simili a quelli di Filippo Neviani, che è stato pertanto – a differenza dei suoi colleghi – facilitato nel suo compito. La base appare leggermente modernizzata rispetto a quella anni 90, con aggiunta di qualche suggestione elettronica, ma la vitalità e il vigore del brano originale della “piccola star” rimangono pressoché invariati. Nek svolge il compitino.

Doraemon (con Shade) – Voto 4
La sigla più recente del lotto non aveva sicuramente bisogno di un’opera di restauro ed infatti il mood dance è rimasto pressoché invariato. Shade si limite a fare la sua parte rap che onestamente poco aggiunge alla versione precedente, di ben altra caratura era invece la quota rap presente nel primo capitolo di duets (“Pollon” con J-AX e “Kiss me Licia” con Baby K). Si poteva tranquillamente dare spazio ad un’altra sigla e ad un altro interprete.

 

Andreas

 

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