Un ragazzo italiano, Philippe Besson, Guanda 2007.
Cosa accadrebbe se si morisse così, all’improvviso? Quanti segreti rimarrebbero sepolti per sempre e quali scomode verità verrebbero fuori senza avere la possibilità di argomentarle o spiegarle? I misteri sarebbero svelati o la matassa delle storie che ognuno di noi srotola nella vita si annoderebbe maggiormente? Il romanzo si apre con un’asettica e diretta comunicazione che subito definisce la situazione: “il cadavere di Luca Salieri è stato ritrovato…..aveva ventinove anni. La sua scomparsa era stata segnalata due giorni prima dalla compagna, Anna Morante.”
Sappiamo già l’epilogo della vicenda dunque, ma questo non importa perché nelle pagine successive l’autore fa parlare in soggettiva i tre personaggi, Luca, Anna e Leo, ed in qualche modo la matassa inizia a dipanarsi ed il primo nodo da sciogliere è se si sia trattato di un incidente o di un suicidio. Luca, benché morto, continua a raccontare ciò che vede intorno a se’, dal medico che effettua l’autopsia ai volti di Anna e Leo presenti al funerale. Anna, sopraffatta dal lutto ed incredula per la piega che hanno assunto gli eventi, cerca innanzi tutto una spiegazione a questa morte improvvisa e così scopre l’esistenza di Leo, dapprima solo il nome di una persona che lei non conosceva, poi il disvelamento del reale rapporto che univa i due uomini. Leo, marchettaro alla stazione di Firenze, orfano di quella “fratellanza” che Luca gli aveva offerto, primo indiziato, lui il cattivo quello che ricatta i clienti quello noto alle forze dell’ordine, lui quello forse per la prima volta innamorato.
L’unico, alla fine, felice è proprio Luca, morto sapendo di essere amato da Anna e Leo, morto sapendo di amare non solo Anna e Leo, ma anche la sua squadra di calcio: la Fiorentina.
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