Una vita come tante, Hanya Yanagihara. Sellerio 2016.
Lo struggente e corposo romanzo della scrittrice statunitense dal cognome impronunciabile segue le vite di quattro amici ex compagni di college che si trasferiscono a New York per realizzare le proprie aspirazioni.
C’è Jean-Baptiste, il più determinato, unico maschio in una famiglia haitiana è sempre in bilico tra amanti più o meno pericolosi ed eccessi di droga ed alcool, destinato a divenire un artista quotato. Poi c’è Malcom ricco rampollo di una famiglia dem nativafricana, oscillante nella sua sessualità che però trova l’amore di una ragazza e diviene un prestigioso architetto. Il bel Willem, neppure conscio della sua straordinaria bellezza che porta tutte e tutti ad essere innamorati di lui, anche i suoi amici; Willem il gentile e l’altruista che, combattendo contro l’anaffettività famigliare, costruisce la sua carriera di attore e si fidanzerà proprio con uno dei suoi amici. Infine Jude, il perno ed il personaggio principale della storia. Lentamente si dipanano tutti i segreti della sua infanzia che lo hanno portato ad avere grossi problemi fisici che gli impediranno, col tempo, anche di camminare.
Nonostante ciò, con determinazione raggiunge un alto livello professionale come avvocato, ma ciò non basta. Trova un amore bello e prezioso dopo uno violento e cattivo, ma ciò non basta. Trova una famiglia che da un cognome a lui, orfano e senza affetti familiari, ma ciò non basta. I fantasmi del passato riaffiorano sempre, conducendolo ad infliggersi tagli e ferite sul già martoriato corpo. La vita è dunque tragica, però è bellissima in quanto alleviata e sostenuta dagli affetti, soprattutto dagli amici che, in molti casi, costituiscono la famiglia che ci scegliamo.
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