Le unioni civili saranno abolite perché “vanno verso la fine dell’umano”. Questo scempio umano – appunto – è la promessa elettorale dell’ultima ora del centro-destra riunitosi (io direi più ritrovatosi per caso) al convegno “Oltre l’inverno demografico”, organizzato il 27 gennaio a Roma da Alleanza Cattolica (?) e dal comitato Difendiamo i nostri figli (da chi?). Leader del discorso illuminante e rivoluzionario, la parlamentare Eugenia Roccella (una sorta di Lady Oscar che non ce l’ha fatta), candidata con Forza Italia per la Camera in Emilia Romagna nel collegio uninominale di Casalecchio di Reno.
Il suo “impegno”, professa la deputata, è quello di “battersi, insieme agli amici della coalizione di centrodestra, per abolire o cambiare profondamente tutte le leggi approvate dalla sinistra che hanno ferito la famiglia”. Ci tengo a precisare, che gli “amici”, sono quelli che ancora devono mettersi d’accordo sulla percentuale da applicare per la Flat Tax, più o meno proposta nel 2001 da Berlusconi, mai applicata. Chissà perché.
Diciamo che il centro destra, non ha mai vantato una classe dirigente degna di tale nome. Appunto, al convegno, erano presenti Gasparri (noto statista dopo Cavour), Parisi (era presente, ma ancora deve capire il perché), Salvini (non necessita di presentazione) e la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni (quella dalle mille battaglie, ma sempre ferma al 5%).
L’onorevole Lady Oscar, ha sottolineato il grande cataclisma provocato dalla sinistra italiana: “Penso al provvedimento sulle unioni civili che, va detto con chiarezza, di fatto apre alla stepchild adoption. Per la sinistra, leggi come questa portano verso il progresso; per noi, vanno verso la fine dell’umano”.
Sicuramente, se avesse avuto la capacità di pensare, non avrebbe mai utilizzato certe parole pregne di ignoranza. Ci indigniamo per le parole del leghista Fontana quando ci avvisa che “la razza bianca rischia di sparire”, ma guai a criticare gli esponenti del Family Day. Sia mai che Adinolfi inizi il digiuno per protesta.
Repentina, comunque, è stata la replica dell’onorevole Dem Monica Cirinnà, madre della legge sulle unioni civili, che ha dichiarato a L’Espresso: “Dispiace per loro, ma ogni qualvolta che è stata approvata una legge sui diritti civili non si è mai tornati indietro. Dal referendum per abolire il divorzio a quello sull’interruzione di gravidanza. Dovevano raccogliere anche loro delle firme per indire un referendum contro le unioni civili, che fine hanno fatto?”.
Sono legislature che ci sorbiamo discorsi su quanto l’Italia sia retrograde in confronto all’Europa e forse è ora che cominciamo a chiederci il perché. Siamo un paese democratico e come tale diamo la possibilità di dialogo a chiunque, ma sempre nei limiti del decente.
Ecco, io trovo oltraggioso, oltre che ignorante, che nel 2018 ci sia ancora una classe dirigente così piena di pregiudizi senza fondamento e tradizionalista da far venire la nausea.
Ma d’altronde, non dimentichiamoci che la destra dei valori da presepe e crocifisso nelle scuole, in campagna elettorale non conosce rivali per le sentenze “ad minchiam”.
Tale proposta, non troverebbe mai i voti per concretizzarsi. In tal caso, se mai dovesse succedere, ci meritiamo un ventennio di Adinolfi.
Vamos.
Gianluca Di Maula
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