La proposta letteraria di Natale: “M’inculerei anche Babbo Natale” di Hornie Lee Joe

Hornie Lee Joe, M’inculerei anche Babbo Natale, Fabio Croce editore, Roma s.d. 

Sino alla metà degli anni 90 del XX secolo la pornografia è stata veicolata grazie al supporto cartaceo ed in queste “riviste”, oltre alle immagini, erano spesso presenti anche dei racconti in cui la bravura degli autori consisteva nella descrizione degli atti sessuali, che invece nei repertori iconografici erano esplicitamente mostrati senza alcun intermediario letterario. Questo libello sembra essere un tardo prodotto di quell’epoca.

Il protagonista, flanêur nichilista de noialtri, potrebbe essere definito un sex-addicted, ossessionato dal sesso omo ed etero pronto a giocare tutti i ruoli pur di giungere al piacere, o forse alla semplice eiaculazione.

Per tale motivo si susseguono una serie di scopate, reali ed oniriche, in cui l’attenzione si concentra sul membro o sullo sfintere del protagonista. L’unico squarcio natalizio, pretesto per il simpatico titolo, è l’episodio in cui il protagonista immagina di scoparsi il ragazzo vestito da Babbo Natale visto nella vetrina di un grande magazzino, mentre è fermo nel traffico cittadino; come in un musical tutt’intorno inizia un’esplosione pornografica in cui tutti, dai vigili urbani agli operatori ecologici, dalla famigliola felice alla signora elegante, vi prendono parte.

“Mentre la radio del grande magazzino trasmette Joy to the world cantata da Aretha Franklin, il mio cazzo sfonda il culo dell’uomo in rosso. Sto per venire e tutto diventa chiaro; so cosa voglio fare. Sto per godere e…. I clacson mi riportano allo squallore del traffico natalizio”.

Oates

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